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Interrotta lectio magistralis di Guido Barilla alla facoltà di Medicina della Federico II

22 Settembre 2009
 

Lunedì 21 settembre la facoltà di Medicina e Chirurgia della Federico II ha ospitato una lectio magistralis dell’imprenditore Guido Barilla come inaugurazione dell’anno accademico del corso di Nutrizione Umana: l’evento è stato presentato con grande enfasi, come un’opportunità per gli addetti ai lavori di ampliare le proprie competenze e per gli studenti, in vista di future collaborazioni che possano formare specifiche figure professionali, di trovare immediato inserimento nel mondo del lavoro.

Ciò conferma tutte le preoccupazioni sull’inserimento dei privati nell’università: il progetto, nemmeno troppo velato, di coloro che formalmente si sono schierati contro le fondazioni, è di modellare la formazione universitaria sulle richieste dei gruppi industriali, pilotando la ricerca in modo da ottenere forme di sponsorizzazione ”istituzionale” che possano servire a soddisfare esclusivamente le esigenze del mercato.

Oggi abbiamo assistito disgustati ad una zuccherosa propaganda incentrata sulle presunte attività di ricerca per lo sviluppo dell’alimentazione svolte dal Barilla Food Center, di  chiacchiere su ambientalismo ed impresa etica (proprio loro che finanziano le attività economiche dello Stato d’Israele!!!), di proclami meritocratici; il tutto in un’atmosfera ovattata di plauso ed approvazione da parte dei docenti e del rettore di questa università, impegnati ad omaggiare l’ospite con domande pilotate che potessero permettergli di pubblicizzare l’ultima linea di prodotti, magari elemosinando qualche borsa di studio tra un’ovazione e l’altra.

 

Questa università si dimostra ancora una volta assoggettata al mercato: lo stesso corso di Nutrizione Umana, facendo da “vetrina” in una serie di eventi, di cui questo pare sarà solo il primo, cerca di captare nuove iscrizioni “sottratte” dal corso molto simile presente presso la Facoltà di Agraria; tramite volantinaggio e intervenendo nella discussione abbiamo contestato sia genericamente la presenza di un industriale che si fa pubblicità all’interno dell’Università, sia, nello specifico, l’azienda Barilla, denunciando come dietro lo squallido tentativo di greenwashing vi siano in realtà:

-il commercio di armi (il 15% della società appartiene alla holding svizzera IHAG, proprietaria della Pilatus Aircraft, noto produttore di armi); 

-i licenziamenti (più di 280 solo nel meridione) e la chiusura degli stabilimenti  di Foggia, Matera e Termoli;

-gli investimenti nello stato guerrafondaio di Israele, fra cui il progetto di coltivazione di grano duro nel deserto del Negev, che ne hanno fatto oggetto della campagna mondiale “Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni” nata per protestare contro l’occupazione israeliana dei territori, contro la sua politica imperialista.

Coordinamento Studenti II Policlinico
Collettivo Autorganizzato Universitario
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