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2 anni senza Carlos: noi non dimentichiamo, noi non perdoniamo!

11 Novembre 2009
L’11 novembre del 2007 a Madrid comincia come una giornata simile a molte altre. Lo stato spagnolo ha autorizzato, ancora una volta, una manifestazione di Democracia Nacional “contro il razzismo anti-spagnolo”, per di più in un quartiere, Usera, dalle forti tradizioni operaie e residenza di molti migranti.

Democracia Nacional è un partito neofascista e la manifestazione ha tratti incontrovertibilmente razzisti e xenofobi; il messaggio che vuole trasmettere è lo stesso promosso dalle organizzazioni neofasciste di casa nostra: “fuori gli immigrati”, “padroni a casa nostra”.

Per protestare contro quest’iniziativa gli antifascisti e le antifasciste di Madrid hanno organizzato un presidio a Plaza Julian Marias. Sono le 12:30 quando in un vagone della metropolitana due giovani che si stanno recando lì vengono accoltellati da un soldato dell’esercito spagnolo, Josué Estébanez de la Hija, di non celate simpatie nazifasciste. Per Carlos Palomino, di soli 16 anni, la coltellata sferratagli dritta al cuore dal nazifascista sarà letale.

Pochi mesi fa, nel settembre 2009, sul quotidiano “El Pais” viene pubblicato il video registrato in quei minuti dalle telecamere a circuito chiuso della metropolitana.

Le immagini non lasciano spazio ad alcun dubbio: il soldato nazifascista ha colpito con l’intenzione di uccidere, spinto dal desiderio di far fuori un “rosso”.

Nemmeno i giudici dello stato spagnolo, sempre solerti ad abbassare la scure della repressione sui compagni della sinistra abertzale, sugli studenti in lotta contro il Processo di Bologna, su chi ogni giorno lotta per costruire un mondo migliore, stavolta possono lasciar passare. Troppo evidente la matrice politica per poter ricorrere ai soliti argomenti del “balordo” di turno, del “delitto comune”, magari aggravato da “futili motivi”, come è invece accaduto per Nicola Tommasoli. Troppo anche per appoggiarsi alla ricostruzione fatta dai mass media che hanno ciarlato di “guerra tra bande”. Infine, troppo chiara la dinamica dei fatti per poter accettare la tesi dei difensori (avvocati e camerata), che cercavano di dimostrare un’indimostrabile legittima difesa.

A partire da quell’11 novembre 2007 a livello internazionale è stata portata avanti dalla peggior feccia fascista una campagna per la liberazione dell’assassino che ha trovato numerosi appoggi in tutt’Europa.

José Luis del Corral, leader del Movimiento Catolico Espanol, partito spagnolo candidatosi alle recenti elezioni europee, ha dichiarato che “in qualsiasi guerra il soldato Josué sarebbe stato decorato come un eroe per il suo comportamento. E siamo in guerra” . Su diverse pagine web i camerata si sono poi lanciati in una vera e propria gara a chi lodava di più le “gesta” dell’assassino. Su un’importante pagina tedesca sono stati pubblicati commenti di questo tenore: “Bravo e omaggi al camerata. Libertà per Josué!” oppure “Mi appello a tutti affinché facciano lo stesso del giovane eroe spagnolo”. Per farsi un’idea dei commenti pubblicati invece su forum di discussione dei neofascisti italiani basta leggere la breve rassegna che segue (tratta da http://www.stormfront.org/forum/showthread.php?t=603209 e da http://www.avanguardialegionaria.com/viewtopic.php?f=6&t=2743):

Camerata :
Solidarietà col camerata spagnolo…Free Josue!
Linea gotica:
Ha fatto bene a fare quello che ha fatto e ha tutta la mia solidarietà e ammirazione! Va liberato subito!
AryanWolf791488 :
Non ci fossero state le telecamere (e si sa che in certi contesti ci sono…), la cosa giusta da fare è quella che ha fatto lui
Ombra:
Onore al Camerata (con la "c" maiuscola) spagnolo!
Marco041:
50 contro 1, bel coraggio. Onore a lui.
Longobard:
Viva l’eroe della resistenza anticomunista spagnola!!!
Faustrecht14:
Ho rivisto il video. I miei unici commenti sono che ha fatto bene. […] Il camerata non si è tirato indietro, non ha mai pensato di scappare, e per questo ha tutto il mio onore e rispetto.

I fascisti continuano ad esprimersi con lo stesso linguaggio di sempre. Continuano a spacciare la propria vigliaccheria per coraggio. Continuano ad infestare le nostre strade e le nostre piazze. Per un assassino condannato dalla giustizia borghese ve ne sono centinaia che godono della più totale impunità. Nello stato spagnolo come in tutta Europa. Lo stesso avvocato della famiglia di Carlos Palomino, nonostante la sentenza della Audiencia Provincial di Madrid condanni l’assassino nazifascista a 26 anni di carcere e parli di omicidio motivato dall’odio politico verso un antifascista, ricorda che sono centinaia i casi di vittime del fascismo che lo stato, foraggiatore di Democracia Nacional come in Italia lo è di Casapound e Forza Nuova, relega nell’oblio.

A due anni dall’omicidio di Carlos siamo qui a ricordare, consapevoli che il miglior omaggio che possiamo rendere al compagno è continuare la lotta.

Ni olvido, ni perdon!
Noi non dimentichiamo, noi non perdoniamo!


Stiamo traducendo e sottotitolando il documentario Carlos, un año sin ti, un año contigo, nei prossimi giorni faremo una proiezione pubblica e lo caricheremo su CAU CHANNEL
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