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L’FPLP: ad un anno dall’aggressione, la resistenza è necessaria per rompere l’assedio a Gaza

28 Dicembre 2009
26 dicembre 2009
 
tratto da http://www.pflp.ps/english/

traduzione a cura del Collettivo Autorganizzato Universitario

La resistenza e la fermezza del popolo di Gaza restano energiche e forti un anno dopo la criminale guerra e l’aggressione su Gaza, ha detto l’FPLP il 26 dicembre ’09 in un comunicato che ha ricordato il primo anniversario della strage. I massacri dell’occupante hanno spezzato la vita di circa 1500 Palestinesi e ne hanno feriti e sfollati decine di migliaia, distruggendo decine di migliaia di abitazioni che ancora oggi aspettano di essere ricostruite.
 
Il comunicato del Fronte ha dichiarato che «è chiaro a tutti, mese dopo mese, anno dopo anno, che le parole degli Stati Uniti su “pace” e “negoziazioni” non sono nient’altro che chiacchiere senza significato, promesse false e miseri tentativi di subordinazione del nostro popolo mentre l’occupante ruba la nostra terra, viola i nostri diritti, massacra il nostro popolo». Allo stesso tempo, il progetto del cosiddetto “processo di pace” nasconde solo i crimini dell’occupante e serve come meccanismo per gli occupanti sionisti e i loro strategici alleati a Washington per bloccare gli sforzi interni dei Palestinesi di porre fine alla divisione, ristabilire l’unità nazionale e sostenere i nostri diritti nazionali, ha affermato il Fronte.
 

Il comunicato ha continuato dicendo che i leader della macchina da guerra dell’occupazione hanno creduto di poter guadagnare sicurezza e vittorie politiche e rompere la volontà, la determinazione e la resistenza del nostro popolo e il nostro impegno per i diritti nazionali, attraverso un massiccio ricorso a massacri e barbarie. Tuttavia non hanno, in realtà, guadagnato alcuna vittoria politica e sicurezza, ed i loro tentativi di scardinare la resistenza in Libano e in Palestina sono completamente falliti.
 
Il comunicato del Fronte ha anche detto che il massacro di Gaza ha chiaramente dimostrato al mondo intero le continue bugie delle dichiarazioni sioniste di “etica militare” o “democrazia” dal momento che ha usato armi proibite a livello internazionale, compreso il fosforo bianco, per far piovere distruzione e devastazione su Gaza, rilevando che i popoli del mondo hanno risposto con indignazione allo stato di occupazione e con solidarietà al popolo palestinese, proprio mentre la comunità internazionale ufficiale è rimasta silente e complice.
 
Ha notato che il rapporto delle Nazioni Unite del Giudice Goldstone che ha esaminato i crimini di guerra degli occupanti a Gaza ha messo allo scoperto i fatti dei crimini dell’occupazione, facendo appello alla comunità internazionale e alle Nazioni Unite affinché giudichino i criminali di guerra per quello che hanno fatto e si prendano le loro responsabilità politiche, legali e morali.
 
Il comunicato del Fronte ha anche accolto in maniera positiva il popolo arabo e le forze progressiste internazionali nel mondo, esprimendo orgoglio e gratitudine per la loro persistente solidarietà e forza che continuano a sfidare i nemici di Palestina in sostegno dei diritti del nostro popolo.
 
Il compagno Dr. Maher Taher, membro dell’Ufficio Politico dell’FPLP e leader del suo ramo in esilio, ha aggiunto che la resistenza è necessaria per rompere l’assedio a Gaza, affermando che i movimenti per i diritti umani e i progetti umanitari sono importanti ma insufficienti, se sono gli unici interventi, a rompere l’assedio.
 
Il compagno Taher ha detto che i rapporti delle organizzazioni internazionali per i diritti umani sono stati importanti, dal momento che hanno confermato e documentato i maggiori crimini di guerra commessi davanti agli occhi e alle orecchie del mondo intero. Ha osservato che i governi arabi e la comunità internazionale ufficiale sono rimasti silenti e complici mentre un milione e mezzo di Palestinesi subisce l’assedio a Gaza, ma forze, gruppi ed istituzioni di coscienza hanno, dal Rapporto Goldstone, continuamente richiesto alle organizzazioni internazionali per i diritti umani di intervenire, alla gente comune di tutto il mondo di mettere in pratica massicce mobilitazioni di solidarietà.
 
Ha denunciato la complicità dei regimi arabi con l’assedio a Gaza, sostenendo che quel silenzio sui crimini di guerra israeliani li autorizza a continuare. Ha osservato anche che l’assedio non è semplicemente una questione umanitaria di crimine contro l’umanità e contro bambini, vecchi e malati, ma che l’assedio del popolo palestinese è anche un assedio politico.
 
Il compagno Taher ha detto che «il nemico israeliano vuole che il popolo palestinese sventoli bandiera bianca, abbandoni la resistenza e accetti i termini e le condizioni di Stati Uniti e Sionismo ma il popolo palestinese, a dispetto di tutto ciò, continuerà a lottare, a rifiutare di arrendersi e continuerà a sventolare la bandiera della resistenza, in qualsiasi circostanza».
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