Chi sono gli “storici delle foibe”?!
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Così come la biografia dei cosiddetti “infoibati” può aiutarci a dare una lettura di questo evento storico (si trattava per lo più maschi adulti – e non intere famiglie, donne, vecchi e bambini – di delatori che avevano collaborato con le forze nazifasciste, partecipato alle deportazioni nel campo di concentramento della Risiera di San Sabba o erano stati in prima persona protagonisti di reiterati episodi di violenza contro la popolazione inerme), allo stesso modo qualche cenno biografico su “storici” e personaggi pubblici vari, che in questi anni si sono impegnati a costruire e rendere verità condivisa e di Stato il mito delle “foibe” e della pulizia etnica di cui sarebbero stati vittima gli italiani per mano degli slavi, può esserci utile per ricostruire le radici e gli obbiettivi di questa propaganda.
Luigi Papo – La famiglia Papo era titolare della farmacia di Montona (Istria nord-orientale) usata, prima dell’occupazione tedesca, per gli interrogatori contro gli antifascisti. Papo è al comando della Milizia di Montona ed a capo del secondo reggimento “Istria” della Milizia Di Difesa Territoriale (il cui comandante era Libero Sauro che assieme al fratello Italo, che aveva proposto al comando dell’SS di “trasferire” in Germania tutta la “popolazione allogena” della Slovenia, dirigeva i servizi di informazione RSI nel litorale). Papo fugge da Montona all’approssimarsi dell’Esercito di Liberazione e viene arrestato dai partigiani nel maggio del ’45. Nel ’46 ha l’incarico di occuparsi dell’Associazione Schedario Mondiale dei Dispersi e chiama a lavorare con sé gli amici e commilitoni del reggimento “Istria” Elio Eliogabalo, Giovanni Stagni e Mario Scapin (questore di Varese): sono dunque questo tipo di persone ad occuparsi istituzionalmente delle deportazioni e delle “foibe” nella Venezia Giulia.
Maria Pasquinelli – Insegnante di mistica fascista e crocerossina in Africa (dove, travestita da uomo cercò di combattere con l’esercito italiano), dopo l’8 settembre opera come ufficiale di collegamento tra i servizi segreti della X Mas e gli occupatori nazi-fascisti nella Venezia Giulia. Il 10 febbraio 1947, in occasione della firma del trattato di pace, la Pasquinelli uccide a Pola un ufficiale britannico in “segno di protesta” perché Istria e Dalmazia erano state affidate alla Jugoslavia. Prosegui la lettura…