Razzismo di stato al servizio di padroni e camorra
21 Dicembre 2009
Commenti chiusi
Il 12 novembre, con un dispiegamento spaventoso di forze dell’ordine, è stato sgomberato il ghetto di San Nicola Varco (a pochi Km da Eboli).
Un enorme insediamento nell’ex mercato ortofrutticolo mai completato, fatto di baracche che riparano appena dalla pioggia e dal sole, nel bel mezzo di campi e serre di proprietà delle grandi multinazionali agroalimentari. Ci vivevano un migliaio di giovani immigrati marocchini arrivati con il visto d’ingresso e diventati clandestini perché quelle aziende, a cui avevano pagato (tramite i caporali) fino a 6000 euro per essere regolarmente chiamati a lavorare in Italia, non li assumono. Una truffa che riguarda Potenza, l’Aquila, Venezia, Pordenone, Foggia, e tutto il territorio nazionale, in mano a “predatori” ben identificabili. Nessun contratto, quindi, nessun permesso di soggiorno.
Per la Bossi-Fini e per il recente Pacchetto sicurezza sono clandestini, costretti a nascondersi per evitare l’espulsione o la galera e a subire senza fiatare non solo il lavoro nero ma qualsiasi ricatto. Per padroni e padroncini è una vera manna. Questi nuovi schiavi lavorano oltre le 12 ore per appena 25 euro al giorno (3 di questi euro vanno ai caporali). Senza questa manodopera, senza il loro sfruttamento, l’agroindustria del Sele si fermerebbe. Per oltre 10 anni questi immigrati hanno vissuto in quest’inferno di lamiere senza che nessuno –istituzioni o aziende- si sia preoccupato delle “condizioni sanitarie e di tutela della salute” che oggi vengono utilizzate a giustificazione dello sgombero. In realtà delle condizioni di vita di questi immigrati continua a non importare niente a nessuno come dimostra il fatto che nessuna soluzione alternativa è stata offerta a questi lavoratori.
Categorie:comunicati