Italia 2009, quarant’anni di tensione…
La “strategia della tensione”: una trama ordita da apparati istituzionali e servizi segreti nazionali e esteri (CIA), dai vertici dei corpi armati, da partiti come la DC e l’MSI, con la manovalanza di gruppi neofascisti, per fermare le lotte sociali. Una trama nera, volta a provocare una stabilizzazione reazionaria ostacolando con bombe e repressione, le battaglie per la conquista di diritti da parte dei movimenti di studenti e lavoratori che, dal dopoguerra e con il biennio rosso del ’68-’69, stavano rivoluzionando gli assetti di potere del capitale.
Questo silenzio assordante è stato rotto da un sentimento e da un movimento antifascista che in Italia dimostra di essere ancora vivo e forte. Anche perché gli esiti di quella strategia sono sotto gli occhi di tutti: i neofascisti di una volta, ormai sdoganati, siedono al Governo e nelle amministrazioni locali; piduisti e apparati del potere politico ed economico, più o meno occulti, tirano ancora le fila della politica italiana, mentre la repressione delle forze dell’ordine colpisce i militanti ed i soggetti più deboli, e i nuovi fascisti provano a impadronirsi delle strade con aggressioni e pestaggi, forti dell’impunità che gli viene garantita dallo Stato.