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UNITI CONTRO LA REPRESSIONE! SOLIDARIETÀ AI DENUNCIATI!

7 Aprile 2009
Il 18 marzo, un gruppo di balordi neofascisti aggredisce, coltelli alla mano, alcuni studenti di ritorno da una manifestazione. Il gruppo – legato a Blocco Studentesco, una banda che, richiamandosi al “fascismo del terzo millennio”, si è resa protagonista di diversi pestaggi – era lì per imporre con la forza un’iniziativa sui “Fatti di Piazza Navona” a Roma. Fatti che nell’ottobre scorso li videro infami protagonisti, quando, armati di mazze tricolori e del loro stupido odio, tentarono di conquistare a cinghiate la testa di un corteo che contestava la “riforma” Gelmini.


Subito è cominciata a Napoli una grande mobilitazione antifascista che, fra mostre, volantinaggi e banchetti di controinformazione, passando per un’assemblea cittadina partecipata da circa 300 persone, ha impedito ai nostalgici del Duce di diffondere le loro menzogne e la loro violenza, ottenendo dal Rettore la revoca dell’iniziativa. Ciononostante una trentina di neofascisti ultratrentenni, provenienti da tutta la Campania, si è presentata il 26 marzo all’Università. Solo il presidio di un centinaio di compagni ha impedito che questi criminali armati ottenessero con la forza quello che gli era stato negato – anche se con troppe ambiguità – dalle istituzioni. Come a Piazza Navona, insomma, anche a Napoli la mobilitazione antifascista militante ha impedito che questi fuoriusciti dalle fogne rivendicassero spazi di agibilità. Certo, resta “strano” che trenta persone possano scorazzare liberamente per la città brandendo caschi e coltelli. Ed è quantomeno inquietante che, in seguito al presidio, diversi studenti abbiano ricevuto minacce e che a uno sia stata addirittura incendiata la macchina…


Ma la cosa che deve destare più preoccupazione è l’atteggiamento delle cosiddette “forze dell’ordine”. Lo stesso giorno del presidio, infatti, era prevista anche una manifestazione contro l’inaugurazione dell’inceneritore di Acerra. A Piazza Garibaldi i manifestanti di ritorno dal corteo hanno incontrato per caso gli squadristi: con il pretesto (del tutto immotivato) di disperdere i compagni un poliziotto non ha esitato ad esplodere un colpo!  
Un fatto gravissimo in sé, che diventa ancora più chiaro quando si apprende che a seguito di quell’episodio 6 studenti sono stati denunciati. Queste denunce rappresentano vere e proprie minacce, l’ultimo atto di un’ondata repressiva che in questi mesi sta colpendo studenti, lavoratori e chiunque osi protestare contro una “democrazia” sempre più autoritaria. Una “democrazia” che manganella e processa, mentre autorizza le ronde dei razzisti padani, che minaccia la stampa e controlla l’informazione, che invita i medici a denunciare i “clandestini” (come al Fatebenefratelli qualche giorno fa)… Una “democrazia” che tenta in ogni modo di deviare la rabbia di chi perde o non trova un posto di lavoro, di chi fatica la propria vita, di chi la rischia ogni giorno in fabbrica e sui cantieri, di chi abita in quartieri degradati e non vede futuro, contro lo straniero, il “diverso”, il dissidente, il più povero.  

 

Stiamo assistendo a una deriva securitaria fatta a colpi di ordinanze e protocolli, che militarizza le città, attacca il diritto di scioperare e la libertà di manifestare. Una strategia pianificata dall’alto per ovviare alla crisi economica ed all’aumento delle contraddizioni sociali, impedendo ai movimenti di crescere e collegarsi, arrestando sul nascere ogni possibile protesta.
Ma le loro misure e i loro divieti non fanno che aumentare il conflitto. Lo dimostrano le centinaia di migliaia di persone che, a Londra come a Strasburgo, si sono riversate in questi giorni lungo le strade in occasione dei vertici internazionali del G20 e della NATO.
Perché noi abbiamo un’altra idea di gestire la crisi, che non è la loro guerra, la loro gerarchia, il loro razzismo ed il loro sessismo, ma la cooperazione, l’internazionalismo, la giustizia sociale. Perché contro la repressione, che sia della polizia in piazza o dei neofascisti nelle strade, siamo tutti uniti!

RITIRO IMMEDIATO DI TUTTE LE DENUNCE!
LA REPRESSIONE NON CI FA PAURA!
FACCIAMO COME AD ATENE, A LONDRA, A STRASBURGO!

Collettivo Autorganizzato Universitario
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