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Roma città aperta, Palestina libera!

30 Giugno 2010

un appello per mettere fine alla aggressioni dei gruppi ultrasionisti

Giovedi 1 luglio è stato operato alla mandibola il giovane palestinese di Gaza rimasto ferito – insieme ad altri per fortuna meno gravi – nell’aggressione di una settimana fa sulla scalinata del Campidoglio.

 

Che un palestinese sfuggito all’inferno di Gaza venga ferito nella capitale del nostro paese da parte di un gruppo paramilitare, appartenente ad una minoranza oltranzista della comunità ebraica romana, suscita in noi un sentimento di vergogna ed indignazione, ma non quello della rassegnazione. Al contrario.
Riteniamo che su quanto avvenuto non sia accettabile che scenda una comoda cortina di silenzio o una colpevole rimozione, né che si affermi una sorta di impunità per gli aggressori.

Sono state fatte le dovute denunce in sede penale, è stato richiesto un incontro al Prefetto e al Sindaco di Roma, ma la questione non presenta solo problemi di carattere giuridico e penale.

Con questo appello, intendiamo denunciare con forza le responsabilità e le connivenze con gruppi squadristici che da anni aggrediscono e intimidiscono attivisti, esponenti politici e della società civile impegnati nella solidarietà e nell’informazione sulla situazione palestinese. I numerosi e ripetuti episodi di aggressione sono stati ricostruiti e denunciati, anche recentemente.

L’agibilità democratica delle piazze e del dibattito politico sulla situazione in Medio Oriente non può essere messa in discussione da gruppi ultrasionisti che importano nel nostro paese una logica di scontro militare e che ritengono applicabile anche nel nostro paese l’ impunità consentita – purtroppo – alle azioni del governo israeliano.

In questo senso, se non condividiamo sul piano politico la subalternità del governo italiano alla politica delle autorità israeliane (il voto negativo dell’Italia sul Rapporto Goldstone e sulla commissione internazionale di inchiesta sul massacro della nave Navi Marmara sono indicativi), ci preoccupa altrettanto la subalternità delle istituzioni locali alle scelte israeliane.

Due esempi aiutano a comprendere quanto intendiamo denunciare con questo appello.

Il Sindaco di Roma Alemanno ha affermato che la foto del soldato Shalit tiene lontano i sostenitori della causa palestinese dal Campidoglio (e mezz’ora dopo un gruppo di picchiatori appartenenti alla minoranza più aggressiva della comunità ebraica ha reso coerente questa affermazione sulle scale del Campidoglio).

La Regione Lazio ha avviato iniziative per l’acquisto di tecnologia di una azienda israeliana nel trattamento rifiuti che impiega tecnologie già esistenti e prodotte da aziende italiane con costi e ricadute occupazionali ovviamente molto diversi.

Riteniamo innanzitutto che la piazza del Campidoglio sia di tutti i cittadini e non solo di alcuni e che criteri di opportunità politica nelle relazioni con un altro paese non possano sostituirsi a quelli del vantaggio per l’economia delle istituzioni pubbliche.

L’aggressione squadrista avvenuta giovedì 24 giugno sulle scale del Campidoglio è solo l’ultimo di una serie di episodi che urgono essere affrontati nel merito e che il silenzio, l’inerzia, la connivenza delle istituzioni locali e nazionali rischiano di aggravare pesantemente, sia nelle relazioni interne alla nostra società, sia nelle relazioni internazionali.

Con questo appello vogliamo impedire la rimozione su quanto avvenuto, sia sul piano politico sia sul piano legale e siamo determinati a tornare in piazza al fianco del popolo palestinese, pretendendo dalle istituzioni la garanzia della piena agibilità democratica nella nostra città.

Per adesioni collettive (associazioni, reti, comitati, partiti) o individuali scrivere a: romaperlapalestina@libero.it

Le adesioni raccolte dall’appello “Roma Città Aperta, Palestina Libera” 

 

Comunicato di solidarietà con i compagni aggrediti, basta con l’impunità per i picchiatori sionisti nella città di Roma

Il Forum Palestina esprime la propria solidarietà alle compagne ed ai compagni aggrediti mentre manifestavano pacificamente sulla scalinata del Campidoglio per ricordare gli 11.000 Palestinesi rinchiusi nelle carceri israeliane, il milione e mezzo di uomini e donne assediati nella Striscia di Gaza e le vittime della Freedom Flotilla.

Questa aggressione, opera di squadristi armati di caschi e tirapugni e che ostentavano bandiere israeliane, non è la prima, e rivela un clima nella nostra città che non siamo assolutamente disposti a tollerare. E’ inaccettabile che gruppi di picchiatori bene identificati possano agire impunemente contro cittadini che manifestano il proprio sostegno alla causa palestinese, e sono inaccettabili le dichiarazioni bugiarde e provocatorie del sindaco Alemanno, che insulta i pacifisti e tace sulle violenze degli squadristi sionisti.

Roma è stata e sarà teatro di grandi manifestazioni di solidarietà con il popolo palestinese e per una pace giusta in Medio Oriente. Non accettiamo l’idea che vi siano zone della nostra città precluse al diritto di manifestare: il centro di Roma non è una colonia israeliana e se Alemanno ambisce ad essere il sindaco di Tel Aviv non ha che da candidarsi alle elezioni di quella città.

Esprimiamo la nostra indignazione per le versioni dell’accaduto che sono state fornite da alcuni organi di informazione, a partire dall’edizione on line del Corriere della Sera e dal TG1, che parlano di "rissa" fra "israeliani e palestinesi", quando si è trattato di una vigliacca aggressione contro pacifici attivisti italiani da parte di squadristi che ostentavano le bandiere dello Stato di Israele.

Rinnovando la nostra solidarietà e il nostro affetto alle compagne ed ai compagni colpiti dagli squadristi, ribadiamo il nostro impegno a fianco del popolo palestinese e invitiamo le forze politiche democratiche, gli antifascisti, il mondo dell’associazionismo e della solidarietà a costruire insieme una mobilitazione che respinga con forza la violenza squadrista e riaffermi il diritto di manifestare nella nostra città.

Il Forum Palestina

clicca qui per vedere altre foto dell’aggrassione

Breve dossier sulle aggressioni impunite nella città di Roma
Legalità o connivenza con lo squadrismo sionista?
I ripetuti episodi di aggressione da parte di esponenti della comunità ebraica romana contro manifestanti o personalità attive nella solidarietà con il popolo palestinese

9 marzo 2002. Aggressione in Largo Arenula e Largo Torre Argentina contro i manifestanti che tornavano dal corteo per la Palestina

8 aprile 2002: Manifestazione sotto la direzione del PRC. Ferito un agente di polizia in borghese che scattava fotografie. Nessuna conseguenza legale.

4 ottobre 2004. Sempre a Roma, quattro manifestanti di sinistra saranno individuati, arrestati e condannati esattamente per lo stesso reato nel corso della manifestazione all’Eur.

10 aprile 2002.  Aggredita Luisa Morgantini. Alle ore 23.30 Roma Luisa Morgantini, europarlamentare appena tornata dalla Palestina, al termine della trasmissione
‘Sciuscià’ a cui aveva partecipato  è stata aggredita all’uscita degli studi RAI. Una trentina di persone hanno circondato l’auto
su cui era salita e hanno tentato di bloccarla e di sfondarne i vetri. Fortunatamente l’aggressione non è riuscita. Nessuna conseguenza legale

10 giugno 2002. Aggressione contro Vittorio Agnoletto e Rossana Rossanda in un ristorante del Portico D’Ottavia e poi all’uscita dei partecipanti al social forum che si teneva al Sant’Ambrogio occupato. Le foto sui giornali e i telegiornali mostrano Agnoletto e la Rossanda uscire protetti dalla polizia con gli scudi. Nessuna conseguenza legale.

31 maggio 2010. Fronteggiamento su una traversa di via delle Botteghe Oscure tra il corteo che sfila per protestare contro il sanguinoso attacco alla flottiglia diretta a Gaza ed esponenti della comunità ebraica.  Il tutto si risolve fortunatamente a colpi si slogan contrapposti. La manifestazione ci conclude davanti Montecitorio. I manifestanti vengono invitati a defluire evitando Largo Torre Argentina dove vengono segnalati gruppi che li attendono minacciosamente.

4 giugno 2010. Al termine della manifestazione contro l’attacco alla flottiglia conclusasi a Trinità dei Monti, un manifestante viene aggredito a colpi di casco, calci e pugni da quattro persone a bordo di due moto in Largo Santa Susanna mentre sta defluendo. Un precedente tentativo di aggressione contro due donne palestinesi (con bambini) su via Barberini viene sventato dall’intervento di altri manifestanti che defluivano che mettono in fuga due aggressori anche essi su una moto. La denuncia di Costanza Pasquali Lasagni (moglie dell’aggredito e testimone dell’aggressione) finisce anche su alcuni giornali. Nessuna conseguenza legale

24 giugno. Aggressione sulla scalinata del Campidoglio. Due feriti gravi, un palestinese e un italiano. Numerosi i contusi. Gli aggressori erano armati di tirapugni di ferro. Anche questa volta non ci sarà alcuna conseguenza legale contro i picchiatori?

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