Palestina: cancellare la Nakba dalle scuole?
eliminare dal vocabolario degli arabo-israeliani il termine “nakba” (in
arabo “catastrofe”) è solo uno dei tasselli di cui si compone questa
complessa operazione.
La lotta contro l’occupazione israeliana si compone di tanti piccoli passaggi: tra quelli fondamentali c’è sicuramente quello volto a non permettere che la memoria venga cancellata, che un episodio tanto importante, su cui tra l’altro si fonda la lotta per il diritto al ritorno del popolo palestinese, venga rimosso a favore di una mistificazione tanto comoda per gli interessi di Israele e delle potenze imperialiste che lo appoggiano.
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina condanna la Nakba in
corso contro il nostro popolo nella Palestina occupata nel ’48
Il 22 luglio 2009, un portavoce dell’FPLP ha affermato che questa serie di azioni contro il nostro popolo nelle terre occupate nel 1948 è parte della Nakba in corso intrapresa dallo stato di occupazione, che include l’occupazione militare, la costruzione di insediamenti e la sottrazione della terra, la distruzione di case, l’inclusione di Gerusalemme nello stato sionista, l’assedio di Gaza, la distruzione e l’incendio degli olivi e la sottrazione dell’acqua.
Recenti provvedimenti annunciati dallo stato di occupazione prevedono la rimozione del termine “Nakba” dai testi arabi usati dagli studenti palestinesi nella Palestina occupata nel ’48, la richiesta che questi stessi testi arabi, invece, insegnino ai giovani palestinesi che la sottrazione della loro terra e la creazione di 750,000 rifugi sono stati una “Guerra di Indipendenza”, la rimozione dei nomi arabi di città dai segnali stradali – nomi arabi che precedono di lunga l’occupazione sionista della Palestina – e la loro sostituzione con la trascrizione araba di nomi ebrei creati per rinominare le città ed i villaggi palestinesi per negare l’esistenza e l’identità palestinesi, continua a dire il portavoce.
Il portavoce dell’FPLP sostiene che queste azioni contro il nostro popolo coincidono con il tentativo di rendere un taboo la stessa parola “Nakba”, dato che rivela la vera natura illegittima dello stato dell’occupazione coloniale, e riafferma l’identità e l’esistenza palestinesi attraverso generazioni. Una proposta di legge del Knesset renderebbe illegale per qualsiasi organizzazione ricevere fondi dallo Stato – un diritto che presuntamente appartiene a tutti i cittadini, compresi i Palestinesi (comprese le organizzazioni civiche, le agenzie di servizi sociali, i programmi per giovani e le cliniche ospedaliere) – per l’organizzazione di eventi o attività commemorativi della Nakba. Una versione più recente della proposta di legge prevede l’imposizione di pene a livello penale per chiunque commemori la Nakba.
Questi tentativi di negare l’identità palestinese, afferma il portavoce dell’FPLP, sono destinati a fallire e non possono nascondere la natura transitoria ed illegittima del progetto coloniale sionista sulla terra palestinese. Il nostro popolo nella Palestina occupata nel ’48 rimane saldamente vincolato alla sua identità, alla sua esistenza ed ai suoi diritti, ed ha combattuto molte battaglie per conservare e conquistare i propri diritti, per rendere il nostro popolo organizzato, la nostra esistenza, memoria, lotta e causa nazionale intatte, generazione dopo generazione.
Il portavoce dell’FPLP fa appello alla comunità internazionale ed ai Paesi arabi affinché escano dal silenzio e si prendano la responsabilità di sostenere i diritti del popolo palestinese. Silenzio è complicità, continua il portavoce, e permette che la Nakba continui contro il nostro popolo. Il portavoce chiede la fine definitiva di qualsiasi vincolo diplomatico ed economico tra i Paesi arabi e Israele, e che tutti i programmi ed i processi di normalizzazione finiscano immediatamente.
Il portavoce fa appello, inoltre, a tutte le istituzioni internazionali, comprese le Nazioni Unite, affinché sostengano le loro responsabilità nel far terminare la Nakba in corso ed il genocidio contro il nostro popolo ed affinché rendano effettivi i diritti del popolo Palestinese.
Il portavoce fa appello a tutte le forze arabe per la lotta contro la normalizzazione, rendendo onore ai movimenti contro la normalizzazione con lo stato di occupazione ed il Sionismo. Fa inoltre appello a tutte le forze progressiste del mondo affinché ci sia un isolamento internazionale di Israele in tutti i modi e sia praticato un boicottaggio economico globale, culturale e di qualsiasi forma e siano applicate sanzioni contro istituzioni, compagnie e prodotti israeliani.
Il portavoce dell’FPLP ha avvertito che il silenzio perdurante e la sottomissione ai crimini dell’occupante non farà che aumentare la minaccia al nostro popolo, e chiede la fine di tutte le illusioni sulla normalizzazione e sul cosiddetto “ritorno ad un processo di pace” notando che ciò di cui c’è bisogno è lo scontro con l’occupante, la denuncia dei suoi crimini ed un pieno appoggio al nostro popolo in Palestina e in esilio per ottenere il nostro diritto al ritorno, alla liberazione e all’autodeterminazione.