Montatura giudiziaria. Arrestate 2 persone per i fatti del 1° maggio
Ci chiediamo innanzitutto come mai se tutta la dinamica fosse così chiara, con tanto di filmati delle videocamere, si è aspettato circa 3 mesi prima di procedere agli arresti? Evidentemente per avere il tempo di congegnare una montatura che vedesse tutti coinvolti: centri sociali, precari, collettivi studenteschi e sindacalismo di base, nel tentativo di criminalizzare l’opposizione sociale in questa città!
Antonio lo conosciamo bene, un compagno anarchico generosamente impegnato nelle lotte sociali (a difesa della salute, dell’ambiente e dei migranti, contro la precarietà) e sappiamo con certezza estraneo all’accoltellamento. La storia del nostro paese ci insegna che sbattere dentro un anarchico e sulle prime pagine dei giornali, rende più credibile anche la più incredibile delle inchieste, nonché costituisce un comodo capro espiatorio.
Di Umberto conosciamo poco o niente, se non che era uno dei numerosi partecipanti al corteo trovatosi coinvolto nella dinamica convulsa e che probabilmente abbia agito solo per autodifesa. Non è un militante di nessuna delle organizzazioni promotrici del corteo.
Vogliamo però ricordare che per circa tre mesi, Casapound con i suoi proclami xenofobi e razzisti e la complicità di politici del centro-destra cittadino, ha occupato uno spazio a Materdei, dal quale furono cacciati in seguito alle numerose mobilitazione cittadine e di quartiere che coinvolsero migliaia di persone. Ancora, che Casapound fa parte di quella galassia dell’estrema destra che per circa un anno ed impunemente si è resa responsabile in città di una miriade di aggressioni di stampo squadrista contro militanti dei movimenti sociali e non solo, nelle piazze, sugli autobus, fino al lancio di molotov contro un centro sociale e l’aggressione che ha lasciato ferito gravemente uno studente sedicenne.
Per quel che ci riguarda continueremo ad essere impegnati nelle mobilitazioni antifasciste, antirazziste e antisessiste, come abbiamo fatto in questi mesi insieme a tanti altri, assolutamente convinti che la lotta contro il vecchio e il nuovo fascismo, oggi rinvigorito dal governo di centro-destra, si fa con le grandi mobilitazioni di massa, con il radicamento nei quartieri, nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università.
Rivendichiamo la libertà di Antonio e di Umberto e rispediamo al mittente le montature giudiziarie, come la logica degli opposti estremismi in cui ci vorrebbero ingabbiare.
Per tali ragioni mai come in questo momento storico e di fronte all’attacco generalizzato alle condizioni di vita e di lavoro che scarica sui più deboli, sui lavoratori, sui migranti, sui “diversi”, le responsabilità ed i costi della crisi, continueremo a mobilitarci, al di là di ogni teorema.
RETE ANTICAPITALISTA CAMPANA