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Svastica sulla lapide del Pagliarone in memoria delle Quattro Giornate di Napoli!

7 Febbraio 2009

 

Sono passati alcuni giorni da quando sulla lapide della masseria Pagliarone, simbolo della Resistenza della nostra città all’aggressione nazi-fascista, è apparsa una svastica a coprire la targa commemorativa. Non è un caso: è in questo punto del Vomero che scoppiò la prima scintilla della Resistenza napoletana.


Ada Murolo, classe 1924, racconta: “Era la fine del 1943, i tedeschi stavano rastrellando tutti i ragazzi. Questi scapparono, si rifugiarono nel Pagliarone, in via Belvedere, dove c’era un pozzo secco, tutti i ragazzi si nascosero lì. In seguito ad una soffiata, i tedeschi fecero un’incursione, costrinsero i ragazzi ad uscire dal pozzo e li fucilarono”. Qui, all’insaputa del resto della città, circa trecento combattenti avviarono la cacciata dei tedeschi, con poche armi, ma grande coraggio. Contadini, operai e popolani del Vomero Vecchio diedero a tutti il segnale che si poteva – e si doveva – resistere all’oppressore.


Con questo gesto demente e vigliacco sono state offese quelle giornate nelle quali sono morti migliaia di napoletani (senza contare i rastrellati e i deportati in Germania, i morti di fame, di malattie e di bombardamenti causati da una guerra che il fascismo aveva fortemente voluto).


La lapide del Pagliarone già da troppi giorni è imbrattata da quell’infame simbolo, rappresentante un’ideologia che, alla faccia della Resistenza, si cerca ogni giorno di riabilitare e reintegrare nella cosiddetta
democrazia, mentre gli ideali di libertà e giustizia sociale sono sempre più marginalizzati, col fine della loro definitiva cancellazione e messa al bando. 


Di fronte al clima di revisionismo che impervia in Italia, di fronte a simili atti e provocazioni, bisogna recuperare la memoria storica delle lotte che condussero alla liberazione dal nazi-fascismo. E bisogna ribadire che la Resistenza e il sacrificio di chi ha contribuito a liberare l’Italia senza scendere a compromessi, cercando di spezzare ogni continuità (che purtroppo c’è stata e c’è ancora) tra lo stato fascista e la Repubblica, ci indicano la strada per il nostro agire politico quotidiano.

 

Ora e sempre Resistenza!

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