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…verso il Corteo “Block G8”: cariche e propaganda

18 Maggio 2009
Dopo aver visto invase le piazze di mezz’Europa da migliaia di studenti (dall’Italia alla Francia, dall’Austria alla Grecia, dalla Spagna alla Croazia), domani ci siamo dati appuntamento a Torino con il comune obiettivo di ribadire, ancora una volta, che non permetteremo che pochi decidano del futuro di molti, che vogliamo fare dell’Università un luogo di transito per le lotte aperte nelle metropoli e nei territori, che vogliamo opporci a quel processo di mercificazione della società che sta inglobando anche l’università e le scuole, che non crediamo a chi retoricamente dipinge le nostre università come “portatrici di una cultura neutra, oggettiva” salvo poi insegnarci la bontà dello sfruttamento e della prevaricazione per affermare gli interessi di pochi.

 

Mentre si avvicina la manifestazione Nazionale “Smash G8 University Summit” che domani mattina – 19 Maggio – vedrà in piazza a Torino migliaia di studenti provenienti da tutta Europa, la marcia di avvicinamento al Corteo è già cominciata. Dal 17 pomeriggio fino alla tarda mattinata di oggi, ci sono stati incontri, assemblee, dibattiti (ovviamente!), ma poi, tutti in strada!

 


A fronte del provocatorio dispiegamento di forze dell’ordine, non c’è altra possibilità che tornare a riprendersi le piazze, così da ricordare a chi ci reprime che gli studenti non sono disposti a chiudersi nell’università…


Ieri alle ore 16 sono state fatte  le prime azioni in città, un corteo di circa 500 persone ha provato a raggiungere l’albergo che ospita i 40 rettori del G8. Nonostante l’evidente “carattere  pacifico” del corteo, la polizia ha pensato bene di chiarire da subito la propria “strategia di gestione dell’ordine pubblico”. Assetto antisommossa, numeri di agenti ben al di sopra della media, ma soprattutto cariche al primo cenno di tensione.
 
Intorno alle 20 c’è stata una nuova azione… stesso copione: il tentativo questa volta è di bloccare i pullman dei rettori che stanno andando a banchettare  in centro. Ancora polizia in assetto antisommossa. Quando una voce dal megafono grida: “questo G8 fa acqua da tutte le parti”, parte la scarica di palloncini d’acqua. La polizia dimostra di non voler “stare allo scherzo” e carica, due volte.



 

E così arriviamo ad oggi. A strapparci il primo amaro sorriso della giornata è il Rettore del Politecnico di Torino, Francesco Profumo, quando alle ore 13:40 davanti alle telecamere di SkyTg24, dichiara: "questo è un summit non politico, che va ben oltre il momento del G8, è un laboratorio per il futuro. Mi rivolgo agli studenti chiedendo di rasserenare gli animi. Sono disponibile a incontrarli, vedere i problemi che pongono e a cercare una forma di mediazione".

 

Altro che inviti alla calma, è sempre la solita retorica farsa, e a dimostrarlo ci pensano i manganelli della PS.

 

All’esterno del Castello del Valentino, sede della facoltà di Architettura che ospita il G8 dell’Università, la polizia carica un centinaio di studenti che manifestavano contro l’apertura del summit bloccando la circolazione in corso Massimo D’Azeglio,stendendo dei fili tra i semafori, urlando slogan contro il G8 con fumogeni colorati. Gli studenti hanno srotolato uno striscione con la scritta "a Torino c’è Profumo di marcio": vengono fermati tre studenti, due dei quali di origine greca. Rilasciati dopo circa 3 ore, i due non sono stati denunciati, il terzo studente fermato risulta  ancora in Questura per completare gli accertamenti sulla sua identità. Nel frattempo il corteo (circa un centinaio di persone), lasciata la stazione di Porta Nuova, prosegue per piazza Carlo Felice e subisce una nuova leggera carica delle forze dell’ordine.
Puntuale la propaganda di regime entra in azione: si inizia etichettando come minoranze – quindi reprimibili! – le migliaia di studenti che da mesi stanno protestando contro l’Università dell’Unione Europea, contro il Processo di Bologna… "Si tratta di una minoranza estremamente organizzata – ha avvertito il ministro per i Beni Culturali Sandro Bondi – che non va drammatizzata, ma neppure sottovalutata. Nel passato, piccoli gruppi di estremismo di sinistra hanno creato il terreno di coltura proprio del terrorismo". Semplice e lineare: se c’è malcontento e la  protesta cresce, c’è da stare attenti! I contenuti si fanno più radicali e gli studenti, i lavoratori, gli immigrati  potrebbero quotidianamente invadere le piazze, autorganizzarsi.  Quanto rischio a causa di quei “gruppetti estremamante organizzati…”


Una domanda sorge spontanea: ma Bondi ha visto i numeri dei cortei di Londra, di Strasburgo?

E poi ecco Ferrero: parla di  “barbare e inaccettabili” le cariche avvenute a Torino, e rimette la puntina sul solito disco rotto, quello della Costituzione ed dell’inaccettabile attacco al diritto di manifestare… La costituzione italiana, quella che non è servita a difendere nemmeno un compagno dalle botte da orbi di Genova,  quella che non sta impedendo che proprio Torino divenga la sede dell’“Osservatorio permanente per la sicurezza durante i grandi Eventi” (IPO, una sorta di centro di coordinamento delle forze dell’ordine a livello europeo per la gestione degli summit), quella stessa costituzione che tutela il “diritto al dissenso” solo di chi rimane confinato nei partiti parlamentari e nei sindacati concertativi.


Dove non arrivano polizia e disinformazione strategica, cercano di arrivare i fascisti: Nel corso della notte si consuma l’ennesima brutale aggressione fascista ai danni di un compagno. Il compagno di Radio Vostok aggredito, è partito da Napoli con un treno notturno per  partecipare alle contestazioni del G8 University Summit di Torino. I fascisti hanno notato il ragazzo da solo e la sua maglietta con la stella rossa, hanno iniziato ad insultarlo, dopodiché gliel’hanno strappata a forza e l’hanno percosso. Perché il ricordo della loro “azione valorosa” restasse indelebile nel tempo hanno bloccato il compagno e gli hanno inciso a fuoco con una lama una svastica sul braccio.


Domani saremo in tanti a gridare con forza che questa lotta non è che all’inizio. Che questa lotta non è solo la lotta degli studenti, ma è la lotta di tutti quei soggetti (studenti, lavoratori, disoccupati, migranti) a cui stanno facendo pagare questa crisi. Una lotta contro chi, protetto da forze dell’ordine e dai manganelli, seduto attorno ad un tavolo decide sulla pelle di noi tutti.


…e la chiamano democrazia!

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