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Lettera di Ahmad Sa’adat dal carcere di Asquelan

13 Giugno 2009

Di seguito l’ultima lettera che il Segretario Generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha fatto pervenire all’esterno della sua cella di isolamento nel carcere israeliano di Asquelan. Pensiamo che, in quanto più articolata di un semplice comunicato, tenga insieme una serie di elementi utili per la riflessione e la lotta politica di quanti guardano alla Palestina non solo nei cosiddetti momenti di "crisi umanitaria" ma ogni giorno in cui si protrae il mostro dell’"occupazione" sionista.


traduzione a cura del Collettivo Autorganizzato Universitario
Ahmad Sa’adat parla dall’isolamento ad Asquelan: la cosiddetta “soluzione dei due stati” è una minaccia per il popolo Palestinese e per il diritto al ritorno
 

 
1 Giugno 2009 – Sono onorato di partecipare a questi eventi che segnano il 61° anniversario della Nakba, in difesa dei nostri diritti storici e nazionali, particolarmente il diritto al ritorno nella nostra terra. Questi sono i diritti affermati dai nostri leader e martiri nazionali, inclusi al-Hakim, Dr. George Habash, Abu Ali Mustafa e Sabir Mohieddin. Essi sono non solo l’essenza della causa palestinese ma anche il ponte tra la nostra nazione e la democratizzazione di tutta la Palestina storica.
 
Rendo omaggio a voi e ai vostri valorosi sforzi, che hanno riempito i vuoti lasciati dall’assenza dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) e dalla marginalizzazione di una leadership forte per la causa Palestinese.
 
Voglio rendere omaggio anche a tutti i gruppi Arabi e Palestinesi che la lavorano instancabilmente per difendere i nostri diritti, nonché a tutte le forze internazionali democratiche e progressiste che stanno accanto al nostro popolo nella giusta lotta per il diritto all’indipendenza ed al ritorno. Vorrei anche omaggiare il comportamento di alcuni stati europei che hanno assunto una posizione indipendente nei confronti del nostro popolo, del nostro diritto alla democrazia e sono stati accanto alla nostra gente di fronte alla recente guerra barbarica a Gaza; in particolare mi riferisco a Svezia e Norvegia e alle nazioni bolivariane dell’America Latina, capeggiate dal Presidente venezuelano Hugo Chavez.
 
Il diritto al ritorno non si estinguerà per prescrizione e noi abbiamo mantenuto la nostra presenza a difesa di questo diritto. Comunque, questo non elimina i rischi che attaccano il diritto al ritorno, dal momento che a partire da Camp David e a causa dello smantellamento di gran parte del progetto nazionale Arabo di opposizione al nemico Sionista, ciò che è rimasto è solo una politica Palestinese “pragmatica” collocata nel contesto di un “insediamento”. Questa tendenza è andata avanti attraverso Madrid e Oslo, separata dalle nostre costanti nazionali palestinesi, smantellando il nostro progetto di liberazione nazionale.
 
Ciò ha danneggiato enormemente il nostro progetto di liberazione nazionale, così come fa l’impotenza nazionale ed Araba mostrata dall’iniziativa Araba, che ha indebolito il diritto al ritorno attraverso l’uso del linguaggio ambiguo che appare nel testo. Lo sforzo che si richiede a livello nazionale Palestinese e Arabo è la fine di ogni confusione, nonché la chiara distinzione tra la fine dell’occupazione e la fine del conflitto.
 
La fine del conflitto storico (nonché il nostro obiettivo) può essere costituita solo dalla fine dell’entità Sionista e dall’insediamento della democrazia in tutta la Palestina, attraverso l’applicazione del diritto Palestinese al ritorno. Lo slogan dei “due popoli due stati” apre solo la porta all’accettazione di Israele come “stato Ebraico”, che minaccia non solo il nostro diritto al ritorno, ma anche l’esistenza delle masse del nostro popolo nella parte della Palestina occupata nel 1948 sul terreno in cui nacquero e nel quale sono rimaste fortemente radicate.
 
Sono consapevole che la realtà Palestinese in questo periodo di divisione del nostro popolo non fornisce un clima per conquiste sostanziali nei termini della correzione della politica Palestinese e delle tattiche di gestione del conflitto contro l’occupazione. In ogni caso, i denominatori comuni raggiunti a Il Cairo nel 2005 e il documento di riconciliazione nazionale come basi per l’unità Palestinese porteranno alla ricostruzione delle istituzioni del popolo Palestinese, e in particolare a quella dell’OLP, l’entità politica di tutto il popolo Palestinese, e al raggiungimento degli obiettivi dell’unità della nostra gente e dei nostri diritti nazionali, incluso quello al ritorno. Su questa base, faccio appello alle masse del nostro popolo nella diaspora affinché alzino le loro voci per far cessare la divisione Palestinese e per ricostruire l’OLP, una via democratica come strumento nazionale per la lotta democratica nazionale, preparata a condurre il nostro popolo nella lotta e ad assumere la leadership al livello strategico per affrontare le sfide e per mantenerci sulla strada della conquista dei nostri obiettivi nazionali. Non ho alcun dubbio: questi obiettivi nazionali saranno raggiunti.
 
Confido in voi, nella vostra abilità ed energia e nelle energie del nostro popolo e delle forze popolari pan-Arabe dei vari colori politici. Queste sono impegnate nel progetto di opposizione all’egemonia imperialista statunitense sul controllo della regione e del mondo così come nell’appoggio dei nostri alleati e della loro gente e delle forze popolari e progressiste a livello internazionale. Ho fiducia nel fatto che il nostro popolo e gli altri popoli marginalizzati e oppressi del mondo, così come gli stati poveri e marginalizzati del pianeta che oggi stanno dirigendo le forze del progresso, abbiano i loro piedi fermamente fissati alla strada per sconfiggere tutti i progetti e i piani dell’imperialismo e del razzismo, e che stabiliranno il nuovo ordine internazionale fondato sulla giustizia, sull’uguaglianza e sulla fratellanza tra i popoli, sulla pace e sul progresso sociale e rifiuteranno tutte le forme di discriminazione razziale e di oppressione nazionale e di classe. La vittoria è certa!
 
Ahmad Sa’adat
Segretario Generale, Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina

dalla cella di isolamento della prigione di Asquelan
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