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“Ve rompemo er culo”…scene di ordinaria democrazia!

12 Luglio 2009
Una volta che si è spento il cervello, si è tacitata ogni coscienza morale e ci si è messi agli ordini degli apparati più reazionari dello Stato, la vita non dev’essere poi tanto male. Soprattutto in Italia, puoi “divertirti” un bel po’. Puoi insultare, minacciare, pestare, decidere della vita delle persone, restare nell’impunità e magari essere anche ringraziato dalle autorità e dalle televisioni.

Non torniamo – ma si dovrebbe farlo ogni giorno! – sulla macelleria di Genova 2001, per cui nessuno ha pagato (i dirigenti sono stati promossi, i pochissimi condannati non hanno avuto problemi perché i loro reati sono andati in prescrizione). Lasceremo stare anche il caso di Aldrovandi, con i quattro poliziotti che avendo picchiato a sangue un diciottenne fino a causarne la morte, e insabbiato poi le prove con la complicità dei capi, sono stati condannati in primo grado (!) a soli tre anni e sei mesi…

Non parliamo nemmeno dei casi recenti, come l’arresto a febbraio di due poliziotti genovesi (fra i quali – guarda un po’ – c’era Massimo Pigozzi, uno dei torturatori di Bolzaneto, quello che quasi stracciò la mano di un manifestante divaricandogli le dita, finito nei guai anche due anni fa perché accusato di aver violentato nelle guardine della questura tre prostitute straniere), intercettati mentre si raccontavano di essere “fatti a cocaina” in servizio ed organizzavano lo spaccio fra i colleghi… O dell’altro caso del mese scorso, con due Finanzieri di Milano che hanno stuprato una prostituta romena di 20 anni, e una volta scoperti non solo non si sono scusati o pentiti per la violenza su una ragazza indifesa, ma hanno commentato, preoccupati per il loro futuro lavorativo, “abbiamo fatto una cazzata”.


Prendiamo invece la quotidianità, quella che non fa notizia. Perché forse la radice di certi atteggiamenti criminali e patologici sta nelle scuole di polizia e nel “lavoro” di tutti i giorni, che t’insegna che puoi permetterti un bel po’ di cose. Prendiamo i DIGOS che hanno “gestito” il corteo di Roma il 7 luglio.

Circa 300 studenti escono da una sede di Roma III per recarsi a Piramide, manifestare la propria contrarietà ai “Grandi” della Terra, e raggiungere la Sapienza per una conferenza stampa. Arrivati alla metro, senza che nel frattempo sia successo nulla (né una scritta sul muro, né una vetrina rotta…), si trovano davanti centinaia di finanzieri in assetto antisommossa. Decidono quindi di evitare il contatto e di tornare indietro; ciononostante partono le cariche, con tanto di camionette lanciate all’inseguimento dei manifestanti, la caccia all’uomo strada per strada, gli arresti ad opera di infiltrati nel corteo… Tornati in qualche modo al punto di partenza, i manifestanti dicono ai dirigenti delle “forze dell’ordine” che non c’è nessun bisogno di continuare le cariche, che si sta rientrando nell’edificio, che quest’esibizione muscolare è davvero ingiustificata. Ecco il video che immortala la memorabile risposta dei DIGOS lì presenti:
 
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