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Il Mattino ha l’oro in bocca – quello di Ca$$aPound!

19 Settembre 2009
 
Carissima redazione de "ll Mattino",
Vi scriviamo per farvi tantissimi complimenti. Seguiamo quotidianamente il vostro fantastico lavoro, sempre informato, critico, schierato contro i poteri forti, a favore della “gente normale”. Mai che cediate alle lusinghe del bassolinismo, mai che cadiate in banalità, o che non verificate le vostre fonti, che non diate spazio alla viva voce dei protagonisti di questa città… Ma con l’articolo del 16 settembre, “Scontro sul convento occupato. «Aiuteremo gli immigrati»”, a firma G.Co., vi siete davvero superati, ed è con straripante gioia che abbiamo potuto scorrere le vostre pagine.

Finalmente un articolo di rara professionalità, dove si dicono le cose come stanno, dove tutto quello che è scritto è frutto della nuda verità. Finalmente un articolo che, in questa città martoriata, apre uno spiraglio di luce! Cara redazione, fate attenzione a questo giornalista, G.Co.: la sua penna così fine potrebbe cercare ben altre soddisfazioni presso testate più celebri. Merita già da ora una promozione, o qualcosa di più…

Abbiamo infatti potuto scoprire, già dal titolo, che a Napoli è stato occupato un convento per “aiutare gli immigrati”. Che bello! E che allegria l’inizio dell’articolo, dove una simpatica “associazione culturale e di promozione sociale” dichiara di voler “restituire un immobile abbandonato all’incuria e realizzare laboratori di inglese, informatica e corsi di karate per bimbi napoletani e immigrati”. Peccato per quei fantomatici “esponenti della Sinistra Antagonista”, che compaiono all’improvviso e che non si capisce perché vogliono “mettere i bastoni tra le ruote” ai “volontari”. Forse perché gli occupanti sono fascisti? Ma che vai a pensare! I simpatici Manuela, Fabio etc – li chiamiamo per nome, perché sono ragazzi proprio come noi – sono solo dei bravi giovani che hanno “ripulito l’edificio”, che vogliono mettere a posto, senza spendere un soldo pubblico, la cappella con Gesù Cristo e Sant’Antonio (d’altronde, visto che hanno la vocazione ad aiutare gli altri può essere che vogliano anche farsi una preghierina di tanto in tanto…).

Ma la nostra gioia e ilarità è arrivata al culmine quando abbiamo scoperto che questi simpatici ragazzi sono ben trenta, hanno tutti “dai 20 ai 25 anni”, sono “studenti universitari che sbarcano il lunario con lavoretti saltuari per pagarsi gli studi”, si “autofinanziano” e “non sono mossi da alcun fine politico”. Certo, i giovani mica smentiscono di essere fascisti, però hanno così tante belle idee “per il quartiere”… Perché essere prevenuti?

Cara redazione, vi ringraziamo per quest’articolo che ci ha finalmente aperto gli occhi! L’unico rimprovero che vi muoviamo è che G.Co. ha avuto troppo poco spazio. Dovevate dargli una pagina intera! Forse così avrebbe potuto scrivere anche qualche altra bella cosa che poteva interessare il lettore del vostro giornale…

Per esempio, avrebbe potuto scrivere che CasaPound non è una tranquilla associazione culturale, ma un movimento politico di estrema destra che si è reso protagonista di numerose aggressioni contro immigrati, omosessuali, militanti (è dell’ottobre scorso il pestaggio contro studenti inermi nel corso di una manifestazione a P.zza Navona a Roma, dove la loro connivenza con la polizia e il forte legame con il Governo che li ha difesi si sono palesati). Un’organizzazione che si propone di instaurare il “fascismo del terzo millennio”, e che proprio come il vecchio e sanguinoso fascismo scimmiotta parole d’ordine della sinistra, mentre nei fatti fa il gioco di chi li paga (padroni, industriali, partiti di destra). Un’organizzazione che mostra ai media una faccia rassicurante e “democratica”, proprio mentre è squadrista e violenta nelle piazze. Un movimento, quello di CasaPound, fatto da personcine che per divertirsi si mettono a torso nudo e si danno cinghiate, che la domenica vanno a sporcare i nostri stadi con svastiche e cori razzisti, che irrompono ad un’iniziativa per i disabili chiamandoli “iene” (secondo loro rappresentano un peso per la società – meglio forse eliminarli, come fatto dai nazisti), e che consigliano alle donne di stare a casa a fare le madri per il bene dell’Italia…

Se avesse avuto più spazio, G.Co. avrebbe potuto scrivere che il leader di CasaPound è Gianluca Iannone, ex Fiamma Tricolore, amico di svariati terroristi degli anni ’70, fan sfegatato di Benito Mussolini, più volte condannato per aggressione a mano armata e per rissa aggravata. E che CasaPound Napoli, proprio come il suo leader, si è divertita in questi mesi a picchiare alcune studentesse a Giurisprudenza, a presentarsi con coltelli e bastoni all’ingresso dell’università, a inseguire e pestare alcuni ragazzi nella metropolitana di Campi Flegrei…

Forse G.Co. avrebbe anche trovato lo spazio per precisare che qui a Napoli i giovani non sono trenta, ma a stento la metà, e che siccome non ce la fanno a tenere un’occupazione hanno bisogno di “camerati” dalla costiera amalfitana, da Avellino e da Roma – altro che “gente del quartiere”, che infatti non li fila! Che questi pagliacci non hanno dai 20 ai 25 anni, ma qualcosa in più, che non hanno bisogno di lavorare per pagarsi gli studi, perché vengono dalle famiglie della buona borghesia napoletana, che genera queste personalità schizoidi e maschiliste, fanatiche dell’ordine e della violenza, che allo stesso tempo non disdegnano di procurarsi una bella poltrona in qualche istituzione.

Cara redazione, grazie mille per questa lezione di giornalismo! Aspettando di avere altre belle notizie sulle opere pie di CasaPound, continueremo senza dubbio a comprare e consigliare il vostro giornale!

p.s. se qualcun altro volesse complimentarsi con Il Mattino, lo può fare qui: redazioneinternet@ilmattino.it
C’è anche uno spazio per “le denunce” (e questo effettivamente ci sembra il caso di un crimine contro la verità e l’intelligenza del lettore): ladenuncia@ilmattino.it. In ogni caso, si può anche chiamare in redazione allo 081.79.47.111 e fargli una pernacchia…



SEGUE ARTICOLO ORIGINALE:

Il Mattino, 16/09/2009

«Hic manebimus optime» (Qui staremo benissimo). Con il celebre motto preso a prestito dallo storico Tito Livio l’associazione culturale e di promozione sociale «Casapound Italia Napoli» ha occupato l’ex convento al civico 7 di salita San Raffaele. Un’occupazione avvenuta nella notte tra il 12 e il 13 settembre, «una data che ha un significato simbolico – fanno notare gli occupanti – poiché ricorreva il novantesimo anniversario della presa di Fiume da parte di Gabriele D’Annunzio». Scopo dell’occupazione restituire al quartiere un immobile di oltre tremila metri quadri abbandonato all’incuria dal 1980 e realizzare laboratori di inglese, informatica e corsi di karate per bimbi napoletani e immigrati. Un’iniziativa che è stata però contestata dagli esponenti della Sinistra antagonista che, ieri pomeriggio, hanno organizzato un presidio contro i ragazzi di Casapound. Ma a mettere i bastoni tra le ruote ai volontari dell’associazione anche alcuni consiglieri comunali ed esponenti della II municipalità. «Ci hanno accusati – rispondono i portavoce del gruppo, Manuela, Fabio, Antonio e Giuseppe – di essere fascisti. Siamo qui per restituire al quartiere una struttura abbandonata da ventinove anni, dove vogliamo organizzare corsi di lingua straniera, di informatica di base e tanto altro. Oltre ad adibire alcuni spazi ad unità abitative contro l’emergenza casa». Gli occupanti, che si sono regolarmente registrati al Servizio di Edilizia monumentale del Comune, hanno già ripulito in parte l’edificio. A cominciare dal giardino, dove scorrazzavano gatti randagi, galline e conigli. Vecchi mobili, elettrodomestici (tra cui una lavatrice ed una macchina per cucire), pentole e suppellettili affollano stanze e pavimenti dell’immobile di cinque piani, di cui sono proprietari Comune e Regione. Senza contare la vecchia cappella del monastero sconsacrato, che cade a pezzi, dove sono stati rubati tutti gli arredi sacri e dove ci sono rimaste soltanto due piccole statue di sant’Antonio e Gesù Cristo. L’idea dei trenta ragazzi di Casapound, tutti tra i 20 e i 25 anni, studenti universitari che sbarcano il lunario con lavoretti saltuari per pagarsi gli studi, è quella di riportare alla luce l’antica struttura del convento di salita San Raffaele, senza contare però su finanziamenti pubblici. «Ci autofinanzieremo – spiegano – per dimostrare che la nostra iniziativa non è mossa da alcun fine politico e che noi non siamo manovrati da nessun esponente politico né siamo fascisti, come alcuni ci hanno bollato». I trenta ragazzi dell’associazione chiedono a Comune e Regione di convocare ad horas un tavolo di confronto per discutere delle sorti dell’ex convento di salita San Raffaele. La stessa strada dove, ieri notte, quattro famiglie di senza tetto (dove vi sono numerosi bambini) hanno occupato dei locali a pianoterra di un fabbricato di proprietà comunale.



g.co. 

 

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