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5/6 dicembre: assemblea nazionale red-net @ panetteria occupata (Milano)

3 Dicembre 2009
ASSEMBLEA NAZIONALE RED-NET
MILANO 5 e 6 DICEMBRE
PRESSO LA PANETTERIA OCCUPATA
via Conterosso 20 (metro Lambrate, capolinea tram 23 e 33)

Red Net è nata con le mobilitazioni contro la riforma Gemini dell’autunno 2008. In varie città, molti collettivi hanno sentito il bisogno di confrontarsi con le altre realtà in lotta, nel tentativo di costituire un fronte comune contro l’attacco mercificante nei confronti dell’università, della scuola e dell’intera società. Così sono iniziati i primi contatti, nel mezzo di giornate concitate. Subito sono emerse alcune contraddizioni: la ricchezza delle lotte condotte in molte università appariva in netto contrasto con il tentativo di indirizzare il movimento verso posizioni antigovernative, senza rimettere realmente in discussione l’intero processo di mercificazione. Anche dagli organi di informazione più attenti al movimento, i contenuti politici delle lotte ci apparivano spesso annacquati. Rivendicazioni sulla presunta autonomia della cultura e della scienza, mentre ampi strati della società navigano a vista nel mare tempestoso della crisi, ci sembrava una terribile miopia.

E’ così che siamo arrivati a Roma il 13-14 Novembre del 2008. Partecipando alle diverse discussioni alcuni collettivi hanno deciso di coordinarsi sulla base di posizioni comuni che andavano al di là dei contenuti proposti in quella assemblea. Ci sembrava prioritario sviluppare rapporti con le lotte dei lavoratori, colpiti ancor più degli studenti dai provvedimenti del governo, piuttosto che inseguire un’improbabile alleanza di tutte le forze universitarie. L’attacco di classe contro studenti e lavoratori meritava secondo noi una risposta di classe dentro e fuori l’università.

Per noi Red Net vorrebbe essere uno strumento di discussione su quanto avviene nell’università non come ambito separato rispetto al resto della società, ma come un suo riflesso. Da Napoli, Firenze, Roma, Palermo, Catanzaro, Padova, Milano e altre città ancora abbiamo deciso di dar vita a questa rete. Queste alcune delle nostre priorità immediate:

• Costruire una risposta organica ai processi di mercificazione dell’università che non riguardano peraltro soltanto l’Italia, ma l’Europa intera.

• Analizzare la collaborazione che gli atenei promuovono con le imprese, gli effetti che questi accordi hanno sull’orientamento dei orsi di laurea e trovare modi di opporci a essi. Portare all’interno degli atenei le ontraddizioni di questi rapporti che si palesano in diverse occasioni.

• Affrontare il problema dei costi sempre maggiori dell’università (tasse, libri, casa, ecc) che si scaricano sugli studenti e le loro amiglie, fungendo in questo modo da vero  proprio filtro classista.

• Promuovere forme di autorganizzazione e artecipazione diretta in opposizione al principio della delega e della appresentanza.
Operativamente abbiamo quindi deciso di incontrarci periodicamente, cambiando di volta in volta la sede della discussione, in modo da favorire la partecipazione da parte di nuovi collettivi e sviluppare in questo modo la discussione e le lotte.
 

All’ordine del giorno della prossima discussione vi saranno i seguenti punti:

• Riforma dell’università; analisi delle principali innovazioni introdotte dal ddl Gelmini del 2009, ingresso dei privati nei CdA, cancellazione del diritto allo studio che cede il posto alla ‘legge del merito’, trasformazione strutturale dell’università (accorpamento atenei, cancellazione facoltà, commissariamento delle università in dissesto finanziario).

• Rapporti con il mondo del lavoro;in particolare si cercherà di sviluppare la discussione sul nodo che collega il mondo del la produzione con quel lo del l a formazione; dallo stage alla presenza dei privati.

• L’università come terreno di conflitto sociale e di classe: ad un anno dalle mobilitazioni la repressione colpisce studenti e compagni; riemerge intanto una presenza fascista all’interno delle città e delle università come risposta reazionaria alle lotte sociali.

• Iniziative di analisi e di lotta sulla questione palestinese; dal boicottaggio accademico all’analisi che la ricerca universitaria assume nel finanziamento dei progetti bellici, con particolare riguardo alle convenzioni Italia-Israele. 

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