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In piedi Euskal Herria!

21 Febbraio 2010
La Sinistra Indipendentista ha analizzato e discusso l’attuale congiuntura e il processo politico basco. Non lo ha fatto tra poche persone nè in lughi nascosti. Al contrario, ha portato il dibattito nelle assemblee dei suoi militanti e della sua base sociale. È stata una pratica di democrazia, una pratica democratica efficace, che servirà per definire la strategia politica di cui abbiamo bisogno.

Non si è trattato solo di un dibattito, anche perchè, allo stesso tempo, la Sinistra Indipendentista è intervenuta ed ha influenzato la situazione politica. Non possiamo rimanere isolati, aspettando che ad un certo punto tutto diventi più chiaro. Dobiamo stare con il nostro popolo e, nel momento stesso in cui stiamo affrontando questo dibattito, dobbiamo portare avanti delle inziative. Insomma, per costruire una strategia efficace, la Sinistra Indipendentista deve definire la sua linea politica e
d’intervento. Per questo, fin dall’inizio di questa fase politica abbiamo cominciato a dare forma alla nostra linea di lavoro, con iniziative e proposte concrete. Dobbiamo continuare nello stesso modo anche nei mesi a venire. Solo noi, e nessun altro, può assumere questa responsabilità.

Il concetto del tempo deve essere inteso in termini politici. Le scommesse sono fissate dalle condizioni politiche e sociali del momento. Le condizioni per avanzare oggi esistono, e ci è costato molto crearle. Per questo motivo abbiamo dato vita a questo dibattito. In questo senso, l’elaborazione del documento “Chiarifcando la fase politica e la strategia” e la presentazione della Dichiarazione di Altsasua rispondono tanto alla riflessione interna come i passi da fare nel processo politico. Entrambi i documenti sono stati ratificati con un amplissimo appoggio da parte della nostra base sociale, senza dimenticare che, all’interno dell’Unità Popolare, ci sono differenti opinioni. Il dibattito sorto intorno al documento “Chiarificando la fase politica e la strategia” e la presentazione della Dichiarazione di Altzasua rappresentano molto bene la volontà della Sinistra Indipendentista di raggiungere il cambio politico e far parte del processo democratico.

Precisamente, attraverso il dibattito abbiamo capito cosa dobbiamo fare, così come abbiamo compreso cosa abbiamo fatto correttamente e quello che invece abbiamo sbagliato nel tempo. Per questo, mentre abbiamo riconfermato il nostro progetto, abbiamo affrontato anche una profonda autocritica. Con vittorie ed errori, abbiamo portato il processo di liberazione alla fase del cambio politico. Adesso, si tratta di rendere irreversibile il questo cambio. Assumere la scommessa di concretizzarlo esige cambiamenti anche al nostro interno.

IL POPOLO BASCO, LA CITTADINANZA BASCA, FONDAMENTI DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE

Il Popolo Basco. La cittadinanza basca. Gli uomini e le donne di questa terra. La sua società. Queste sono i nostri unici riferimenti nel momento di delineare il nostro progetto politico. La Sinistra Indipendentista riafferma il suo impegno nel servire il popolo, di avere come stella polare i suoi desideri, così come di rispettare e far rispettare la sua volontà.

Di fatto, è il momento dell’impegno. È il momento di fare passi in avanti. In questo momento, la Sinistra Indipendentista è pienamente cosciente che la chiave del problema non risiede nell’aspettare di conoscere quello che il resto degli attori sono disposti a fare, bensì la soluzione risiede in quello che noi dobbiamo fare. In questo modo, la nostra forza e la nostra ragione porteranno a nuovi sviluppi, potranno condizionare l’attuare degli altri agenti e, lo che è più importante, porteranno ogni volta ad una maggiore adesione popolare affinchè Euskal Herria sia padrona del suo futuro.

Realizzare questa scommessa politica è una nostra decisione, perchè pensiamo che questa scommessa rappresenta il modo più efficace per avanzare nel processo di liberazione, e perchè risponde al desiderio del nostro popolo. Le nostre decisioni devono essere sempre conseguenza della nostra volontà e di quella del nostro popolo. Non deve essere forzata da nulla, nè dipendere dalla volontà di nessun altro.

L’imposizione e l’ingiustizia utilizzate dagli Stati non saranno mai ingredienti del progetto degli indipendentisti di sinistra. Non siamo come loro, nemmeno quando dobbiamo fare fronte alla repressione selvaggia e al tentativo di assimilazione del nostro popolo. Non lo siamo stati e non lo saremo in futuro.

Diamo la nostra parola che non lasceremo che si perdano la speranza e le condizioni create in questi anni per raggiungere uno scenario democratico. Senza andare troppo indietro nel tempo, le mobilitazioni popolari degli ultimi tempi hanno mostrato chiaramente che esiste la massa critica per orientare in maniera corretta il processo democratico attraverso vie politiche. Inoltre, la Sinistra Indipendentista può confermare che altri attori, tanto in Euskal Herria come a livello internazionale, sono disposti a realizzare questo percorso insieme con noi, ognuno basandosi sulle proprie convinzioni. Spetta a tutta la Sinistra Indipendentista alimentare le condizioni perchè tutto ciò si sviluppi in maniera efficace. Non tradiremo la nostra storia. Non tradiremo il nostro popolo.

A partire da oggi dobbiamo conquistare il nostro mondo. La opzione dell’indipendenza è aperta. In Europa si sono costituiti Stati e in diversi luoghi questo dibattito è pienamente aperto. La opzione di creare nuovi Stati è un’opzione reale se esiste la capacità di articolare maggioranze democratiche solide. Euskal Herria è un popolo organizzato, dinamico e preparato, con sufficiente maturità e con sufficienti basi politiche, sociali ed economiche. Ma soprattutto, abbiamo piena fiducia nel nostro popolo.

ANTECEDENTI POLITICI, MOTIVAZIONI PER LA FIDUCIA

Cinquant’anni fa Euskal Herria agonizzava. In questo periodo di tempo, grazie alla lotta, abbiamo attraversato il cammino che ci ha portato ad aprire l’opzione della costituzione di uno Stato Basco. Adesso, dopo essere stati capaci di bloccare l’operazione politica progettata dopo la morte di Franco, il cui obiettivo era l’assimilazione di Euskal Herria, ci troviamo alle porte di una nuova fase che avrà come obiettivo costruire una cornice democratica.

In questa decada abbiamo fatto molti passi avanti e abbiamo ottenuto molte vittorie parziali. Oltre a rispondere agli attacchi degli Stati, abbiamo avuto la capacità di sviluppare una linea politica. Abbiamo fatto fronte ai tentativi di distruggere l’indipendentismo e, allo stesso tempo, siamo stati capaci di aprire il dibattito, così come siamo stati capaci di mettere al centro della politica contenuti e proposte concrete.

Non è stato un cammino facile. La sofferenza è stata la terribile conseguenza di questo lungo ciclo di conflitto politico e di scontro armato. Anche se molti hanno tentato di occultare la realtà, l’origine di questa sofferenza risulta evidente: la negazione dei diritti di Euskal Herria. Questa negazione provoca il conflitto politico, e la strategia repressiva lo alimenta. Superare questa situazione è una necessità per poter raggiungere quello scenario democratico in cui poter difendere il nostro progetto politico.

Durante tutti questi anni, la Sinistra Indipendentista ha realizzato un lavoro enorme. A partire dalla logica politica di questo stesso lavoro e dalla fiducia che scaturisce dal cammino realizzato, abbiamo progettato il percorso del prossimo periodo. La nostra storia e le nostre ragioni ci riempiono di fiducia.

LA FASE POLITICA, LA FASE DEL CAMBIAMENTO

Ci incontriamo in una fase politica ormai conclusasi e che offre, in maniera evidente, opportunità storiche per il progetto nazionale e sociale. Le opzioni di cambiamento politico istituzionale caratterizzano la situazione di Euskal Herria, anche se è certo che queste opzioni sono di forma e intensità diverse nel Sud e nel Nord di Euskal Herria.

È sicuro che la situazione di blocco si sta prolungando più del dovuto, principalmente perchè gli Stati così hanno deciso attraverso la loro strategia repressiva. In concreto, in Hego Euskal Herria avanziamo tra due cicli, uno consumatosi e un altro nuovo, ancora da definire. Così, il polso della situazione politica del momento e la principale battaglia si concentra in quella che sarà la direzione e la forma di questo nuovo ciclo che si sta aprendo.

L’opportunità di un cambio politico reale, l’opportunità di superare il ciclo relativo allo statuto subordinato alla strategia di negazione di Euskal Herria, l’opportunità di aprire un percorso democratico, è completamente aperta. Adesso la sfida consiste nell’attraversare questa porta aperta dopo decenni di sforzi, lavoro e lotta e concretizzare il cambio politico. Ci sono condizioni sufficienti per farlo. La chiave risiede nel concretizzare una strategia efficace che, approfittando di queste condizioni, materializzi questo cambio.

Parigi mantiene una linea aggressiva di negazione sul nord di Euskal Herria. Ma, siano le rivendicazioni istituzionali, sia la difesa dell’euskera, della costruzione nazionale o della lotta socio-economica, le mobilitazioni sociali dimostrano ancora una volta la voglia di vivere e la determinazione nel raggiungere il riconoscimento di questo paese.

La basi per il riconoscimento della territorialità di Euskal Herria risiedono nella cittadinanza di Lupurdi, Nafarroa Beherea e Zuberoa. Nelle tre province, dobbiamo aprire una nuova fase capace, attraverso l’accumulazione delle forze, di ottenere il riconoscimento istituzionale e affinché Parigi rispetti la parola e la decisione di Euskal Herria.

La fase politica verso cui stiamo andando è la fase del cambio politico. Una volta create le condizioni per il cambiamento, arriva il momento di concretizzarlo. Di conseguenza, l’obiettivo politico di questa fase è conquistare la cornice democratica che offra le basi sufficienti per realizzare il cammino che porterà alla costituzione dello Stato Basco.

IL PROCESSO DEMOCRATICO, LA LEVA DEL CAMBIO DI CICLO

Il processo democratico costituisce la leva per il cambio di ciclo, è lo strumento principale di questa fase politica. E’ necessario articolare un processo democratico che abbia come base la negoziazione, l’accordo politico e la partecipazione popolare. Sviluppare un processo di questo tipo risulta l’unica via possibile per realizzare il cambiamento.

E’ ora di strutturare il processo democratico. Questo processo ha un obiettivo definito: costruire la cornice democratica che risolva i nodi dell’autodeterminazione e la territorialità. La cornice democratica deve dare la possibilità che tutti i progetti politici possano essere materializzati, compreso quello indipendentista. L’accordo politico risolutivo tra le diverse formazioni basche, che dovrà essere rispettato dagli Stati, costituisce l’elemento che deve far nascere il processo democratico. I principali protagonisti saranno la cittadinanza basca ed Euskal Herria, per iniziare il processo, per rafforzarlo, per approvare gli accordi e per prendere l’ultima parola sulla organizzazione interna e sulle relazioni esterne. Si devono costruire le condizioni per sviluppare adeguatamente questo processo, in poche parole, senza ingerenze, ingiustizie e violenza.

Così come si afferma nella Dichiarazione di Altsasua, intraprendere il processo democratico presuppone una decisione unilaterale della Sinistra Indipendentista. Nonostante gli alti e bassi e superando i problemi che si possono presentare, il processo democratico costituirà un obiettivo che dovrà mantenersi nel tempo. Per il suo sviluppo si cercheranno accordi bilaterali o multilaterali con gli attori politici baschi e con la comunità internazionale. Così come con gli Stati per raggiungere la soluzione del conflitto.

Con fiducia e con lo sperato aiuto di altri attori, e la prevedibile opposizione di potenti centri di potere, la Sinistra Indipendentista prevede tre fasi nel processo democratico che già si sta mettendo in marcia in Hego Euskal Herria. Invece, in Ipar Euskal Herria le attività principali consistono nel lavoro di socializzazione e nel dare forma ad un’accumulazione di forze specifica.

 
Queste sono le tre fasi:
Minimi democratici. Costituiscono la base necessaria per poter sviluppare il processo democratico. Si dovranno materializzare accordi o decisioni circa l’uguaglianza di opportunità di tutte le forze politiche e circa la cancellazione delle misure d’eccezione.

Accordo democratico. Si dovrebbe basare sullo sviluppo dei contenuti politici elaborati nell’ultimo processo di negoziazione, riconoscendo il carattere nazionale di Euskal Herria, garantendo che tutti i progetti politici possano essere realizzabili, e strutturando le vie giuridico-politiche utili affinché i territori baschi possano stabilire le proprie relazioni tra di loro come con lo Stato.

Cornice democratica. Supporrebbe la materializzazione giuridico-politica dell’accordo democratico. Si costituirebbe grazie alla volontà popolare e garantirebbe il superamento delle negazioni strutturali che subisce Euskal Herria. Lì metterebbe il suo sforzo la Sinistra Indpendentista, nel creare un’autonomia adatta ai quattro territori di Hego Euskal Herria e con il diritto a decidere, nel senso esposto nella proposta di Anaitasuna, e, allo stesso modo, nell’articolare un’autonomia per i tre territori di Ipar Euskal Herria, così come riprende la Proposta di Uztaritze.

NUOVE STRATEGIE E STRUMENTI, MEZZI PER AVANZARE
Stiamo cominciando una nuova fase, e questo esige nuove strategie e nuovi strumenti. Per raggiungere il cambiamento risulta imprescindibile rendere possibile un’accumulazione di forze crescente e portare lo scontro sul terreno dove gli Stati sono più deboli, e cioè il terreno politico.

Nelle conclusioni del dibattito si è stabilito di mettere tutti i tipi di intervento al servizio dell’obiettivo che porta con sé questa nuova fase politica; per favorire l’accumulazione di forze che esige il nuovo ciclo. Quindi, con l’obiettivo di un’accumulazione di forze come orizzonte, la lotta di massa, la lotta istituzionale e la lotta ideologica, la modifica dei rapporti di forza e la ricerca dell’appoggio internazionale saranno gli unici strumenti del processo democratico. L’appoggio popolare sarà l’unica garanzia, e il movimento popolare, lo stimolo più efficace.

Sarà la spinta dell’unità di azione e l’attivazione popolare, sviluppate attraverso l’utilizzo di vie e mezzi esclusivamente politici e democratici, ciò che aprirà la cornice democratica.

Il processo democratico deve svilupparsi in totale assenza di violenza e senza ingerenze, basando il dialogo e la negoziazione tra le forze politiche secondo i principi del Senatore Mitchell. Nessuno potrà utilizzare la forza, o minacciare il suo utilizzo, per influenzare il corso o il risultato delle negoziazioni multipartito, così come per modificare l’accordo che nasca dagli stessi.

Il processo democratico deve portare con se un’organizzazione, un’accumulazione di forze, una capacità di lotta e un appoggio popolare crescente, e grazie a tutto ciò si potranno conquistare obiettivi tattici e progettare differenti iniziative: tra le altre cose, conquistare le libertà democratiche di base e avanzare nel processo di liberazione dei prigionieri, dare nuovo ossigeno alla costruzione e articolazione nazionale, rafforzare l’offensiva politica in ambito internazionale e sostenere la negoziazione politica.

La strategia che stiamo descrivendo è costituita da ambiti di lavoro ben definiti. Risulta pratica e offre la possibilità di avanzare in termini concreti. Le principali linee di lavoro consistono nell’aumentare le forze a favore dell’indipendenza e la sovranità, nel rafforzare le dinamiche a favore delle libertà democratiche e le libertà dei prigionieri e delle prigioniere, nel progettare gli strumenti e le iniziative utili affinché si sviluppi il processo democratico – concretamente, per sostenere la negoziazione politica -, e nel progettare il cammino per rafforzare la stessa Sinistra Indipendentista. Sviluppare e concretizzare tutto ciò impegnerà il lavoro teorico e pratico dei prossimi mesi.

Consideriamo che il processo democratico e la costruzione nazionale debbano andare di pari passo. La costruzione nazionale ha una grande importanza anche nell’attuale fase politica. Di fatto, questa rappresenterà uno strumento utile tanto per l’accumulazione delle forze, quanto affinché il processo prenda una direzione adeguata. E’ necessario inserire la costruzione nazionale nel cambio di ciclo. Il cambio di ciclo deve permettere che la costruzione nazionale avanzi in maniera più efficace, unendo il lavoro del movimento popolare e quello delle istituzioni. Anche nella nostra analisi la costruzione nazionale entrerebbe in una nuova fase.

La Sinistra Indipendentista vuole aggiungere il cambio sociale al cambio politico, perché considera l’unità di questi due obiettivi una garanzia per l’ottenimento di entrambi. Un cambio politico senza un cambio sociale sarebbe chiaramente insufficiente, e il cambio sociale senza un cambio politico risulta irrealizzabile. In definitiva, oltre a far fronte a l’ingiustizia che impone il modello neoliberale, la lotta di sinistra che dobbiamo sviluppare orienterebbe in maniera adeguata il cambio politico e favorirebbe l’accumulazione di forze dei lavoratori e dei settori popolari. Il lavoro che deve portare avanti il sindacalismo risulta fondamentale.
Gli e le Indipendentiste di sinistra vogliono il cambio sociale, e per fare ciò, tra le altre cose, risulta imprescindibile la spinta del movimento popolare, la pratica femminista, una nuova politica linguistica, un nuovo modello educativo, il lavoro degli agenti culturali e la vitalità del movimento giovanile.

Per avanzare in questa scommessa politica, nel futuro, la Sinistra Indipendentista dovrà disporre di una formazione politica legale per l’intervento politico-istituzionale, così come per partecipare al tavolo dei partiti politici dove si raggiunge l’accordo politico risolutivo. Quindi, questa formazione, qualsiasi sia il suo nome e la sua strutturazione legale, sarà il riferimento di tutti gli indipendentisti e socialisti di Euskal Herria nella pratica politica, di massa, ideologica e istituzionale, da sviluppare all’interno del processo democratico.

Ezker Abertzalea
In Euskal Herria, Febbraio 2010

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