Home > iniziative ed eventi, palestina > Attaccata la Freedom Flotilla, diretta a Gaza con aiuti umanitari, dall’esercito israeliano. almeno 10 morti

Attaccata la Freedom Flotilla, diretta a Gaza con aiuti umanitari, dall’esercito israeliano. almeno 10 morti

31 Maggio 2010
a Napoli: ore 17, Piazza del Plebiscito
Nella notte commandos israeliani hanno assaltato alcune navi della freedom flottilla partita qualche giorno fa dalle coste cipriote in direzione di Gaza. La loro colpa: tentare di rompere l’assedio che da anni costringe la popolazione della Striscia alla fame e ad un continuo ricatto politico. Non si sa ancora con esattezza quanto siano i morti: più di 16 a seconda delle fonti. Israele impedisce di conoscere il numero esetto di morti e feriti seguiti all’uso di armi da fuoco da parte dei suoi commandos-killer. Le navi sono ora dirottate sul porto israeliano di Haifa.   

Qui il comunicato del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina

Il Comunicato degli attivisti sulla Freedom Flotilla

Nel cuore della notte, commandos israeliani hanno abbordato la nave passeggeri Turca “Mavi Marmara” sparandole contro. Il filmato in diretta streaming dall’imbarcazione mostra che 2 persone sono state uccise e 31 ferite. Al Jazeera ha appena confermato questi numeri. Israele ha dichiarato che sta entrando in possesso delle imbarcazioni. Lo streaming video mostra i soldati Israeliani che sparano a civili, e il nostro ultimo messaggio spot diceva: "Aiutateci, siamo stati abbordati dagli Israeliani".

La coalizione formata dal Free Gaza Movement (Fg), European Campaign to End the Siege of Gaza (Ecesg), Insani Yardim Vakfi (Ihh), Perdana Global Peace Organisation , Ship to Gaza Greece, Ship to Gaza Sweden, e International Committee to Lift the Siege on Gaza lancia un appello alla comunità internazionale per chiedere a Israele di fermare questo brutale attacco contro civili che stavano tentando di portare aiuti di vitale importanza ai palestinesi imprigionati a Gaza e di consentire alle navi di continuare il loro cammino.
L’attacco è avvenuto in acque internazionali, a 75 miglia al largo della costa di Israele, in violazione del diritto internazionale.
 
Cos’è la Freedom Flottilla?
Si tratta di sette navi con a bordo circa 700 attivisti, tra cui diversi italiani e una cinquantina di parlamentari europei e turchi, per portare oltre 10.000 tonnellate di aiuti umanitari e materiali per la ricostruzione alla popolazione di Gaza, da tre anni sotto embargo.
 
Non possiamo restare in silenzio di fronte a tanta impunita macelleria!
alcune foto dell’attacco su repubblica.it
video dell’attacco
Comunicato della comunità palestinese campana
Il Convoglio umanitario sfida il blocco della marina israeliana
Freedom Flotilla, una flotta di sei navi, con più di 700 persone a bordo, intende rompere l’assedio di Gaza sfidando il blocco israeliano. La flotta, guidata da una nave turca, è stata per giorni ancorata in acque internazionali al largo di Cipro.

Ieri, gli organizzatori avevano annunciato lo spostamento che è stato di 25 miglia nautiche dalla posizione iniziale. "E’ stata una decisione strategica quella di spostarci", ha affermato Greta Berlin, la portavoce di Free Gaza, uno degli organizzatori. Siamo partiti – ha aggiunto – poco dopo le 16 del 30 maggio. La marina israeliana blocca una zona a circa 20 miglia nautiche dalla costa di Gaza, dove noi contiamo di arrivare nella tarda mattinata o all’inizio del pomeriggio di domani.  Il convoglio umanitario doveva fare uno stop al limite di queste acqua internazionali prima di tentare di arrivare allo scopo lunedì mattina.

L’obiettivo del convoglio è di consegnare un carico di 10 mila tonnellate di aiuti umanitari, tra cui cemento, case prefabbricate, 500 sedie a rotelle elettriche, medicinali, generi alimentari e altri beni di prima necessità per la popolazione di Gaza. In ogni caso, tutto materiale espressamente vietato dal governo israeliano, che nei mesi scorsi ha reso noto una lista di 2.000 oggetti ai quali è interdetto l’accesso a Gaza, compresi aghi con filo, gomme per cancellare, libri, stoviglie, coperte, occhiali, sedie a rotelle.

A bordo delle navi, tra le 700 persone di 40 nazionalità ci sono cinque parlamentari (dell’Irlanda, dell’Italia, della Svezia, della Norvegia e della Bulgaria) ed esponenti di Ong, associazioni e semplici cittadini filo-palestinesi intenzionati a forzare il blocco di aiuti umanitari a Gaza.

Le autorità israeliane hanno minacciato di utilizzare la forza se i militanti insisteranno nel tentativo di avvicinarsi alle coste, ed hanno avvertito che rischiano l’arresto, l’espulsione e la confisca del carico.

Secondo la Berlin, Israele rischia il disastro mediatico se tenterà di intercettare gli attivisti: "’unico scenario che ha qualche senso per loro è smetterla di fare i ‘bulli’ del Medio Oriente e lasciarci passare".

La Berlin aveva ragione. Alle prime ore dell’alba del 31 maggio, la marina militare ha assaltato una delle navi del convoglio Freedom Flotilla. Il bilancio è stato di sedici morti e più di trenta feriti. Un’azione grave commessa dal governo israeliano, una vera azione terroristica contro pacifisti senza armi senza nessun secondo fine.

In tutti questi anni Israele ha commesso vari reati contro il popolo palestinese ed è rimasta sempre impunita con il veto degli Stati Uniti. Non ci riferiamo solo all’operazione “piombo fuso” con migliaia tra feriti, mutilati e morti, ma ci riferiamo anche all’occupazione dei territori palestinesi dal 1967, al muro dell’apartheid, ai profughi, agli insediamenti, ai check-point, bypass road e così via.

La società internazionale e i governi dei potenti devono rendersi conto dell’operato israeliano e fermare queste azioni. Fino a quando il mondo rimarrà in silenzio di fronte a questi attentati, continueranno ad essere massacrati innocenti, e com’è accaduto oggi, non solo palestinesi.
 
La Comunità  Palestinese della Campania invita tutti coloro che credono nella libertà  e nell’uomo come tale a partecipare oggi al presidio ore 17.00  sotto la prefettura di Napoli per protestare contro l’assassinio dei pacifisti Internazionali in acque internazionale. 

I commenti sono chiusi.