“G8 immigrazione”: contro le politiche securitarie e razziste… uniamo le lotte!
30 Maggio 2009
La passerella dei “grandi della terra” che stanno sfilando per l’Italia discutendo di Ambiente, Welfare, Energia, Università, Agricoltura, Finanza, approda nuovamente a Roma. Questa volta si parla di criminalità organizzata, temi migratori, sicurezza urbana e lotta al terrorismo e ai lavori prenderanno parte i ministri della giustizia e degli interni di 16 stati, coadiuvati da “eccellenti ospiti d’onore”: Ronald Noble (Segretario Generale di Interpol) il Direttore esecutivo UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime) il Direttore UNICRI (United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute).
La presidenza di questo G16, in cui si proveranno a stabilire le linee guida rispetto alla gestione globale dei flussi migratori, è affidata al Ministro Maroni e al Ministro Alfano, tante volte bacchettati a livello Europeo per le loro proposte politiche razziste e securitarie ma, probabilmente, abbastanza credibili per presiedere al foro dei Grandi.
Ciò che salta subito all’occhio è l’accorpamento di tematiche come immigrazione e terrorismo, sicurezza e criminalità. Questi temi vengono affrontati, a tutti i livelli, in maniera integrata portando avanti, strumentalmente, l’equazione secondo la quale garantire la “sicurezza nazionale” significherebbe perseguire politiche sempre più repressive in materie di immigrazione.
Parlare d’immigrazione invece per noi significa parlare di quei milioni di uomini, donne e bambini che, ogni giorno, con grandi difficoltà lasciano i propri paesi per una possibilità di vita migliore e si ritrovano a lavorare in condizioni di semischiavitù, senza alcun diritto; “invisibili” nelle campagne, “invisibili” nei cantieri in cui s’innalzano i palazzi in cui viviamo, strumento a uso e consumo del Capitale di ricatto salariale per i lavoratori tutti. Significa parlare di esclusione sociale, repressione, sicurezza: la presunta “sensibilità internazionale verso le tematiche del rapporto tra dimensione urbana, sicurezza e qualità della vita dei cittadini” – di cui si parla nel documento di presentazione del summit – si concretizza nella realtà con i CPT (oggi trasformati in CIE – centri di identificazione ed espulsione), con la stretta securitaria e razzista nelle nostre città, con la militarizzazione dei territori (ne sono un esempio la cooperazione operativa degli apparati di difesa delle frontiere in Europa – nell’ambito di FRONTEX – sia l’internamento di profughi in campi fuori della Fortezza Europa), con la negazione del diritto alla salute e all’educazione (classi ponte, medici spia, presidi spia).
Il pacchetto Sicurezza proposto alle Camere ed in fase di approvazione è forse l’emblema dell’uso strumentale che si fa della politica migratoria: da un lato quella manodopera sommersa ed invisibile viene quotidianamente sfruttata ed è parte necessaria del sistema di produzione (soprattutto in questa fase in cui la crisi sta mostrando le sue conseguenze devastanti sui soggetti più deboli della società), dall’altro non esiste alcuna volontà di riconoscere oltre che il ruolo sociale, la stessa “esistenza” di questi soggetti, “illegali” per il solo fatto di esistere e di essere “clandestini”, trattati come carne da macello e forza lavoro “usa e getta”.
È per questo che la lotta degli immigrati è la lotta di chiunque si opponga allo sfruttamento, all’oppressione, di tutti coloro che oggi sono studenti e domani lavoratori, di chi crede che solo l’unità delle lotte possa davvero portare ad un reale cambiamento.
Contro la “Fortezza Europa”!
Nessun uomo è illegale!
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Categorie:antimperialismo