Traduzione 2 comunicati FPLP e Leila Khaled
Traduciamo e pubblichiamo due comunicati che, seppure di una settimana
fa, ci sembrano molto significativi. Il primo è del Fronte Popolare per
la Liberazione della Palestina, forza di orientamento marxista, voce
della resistenza laica e comunista dentro e fuori la Palestina, a
proposito dell’infame bombardamento di Gaza da parte delle forze
israeliane.
Il secondo comunicato è di Leila Khaled, compagna del FPLP, rivoluzionaria palestinese più volte imprigionata.
Riprendiamo il loro appello alla mobilitazione, sosteniamo dai nostri
territori la lotta palestinese, appoggiamo la resistenza dei compagni
nelle carceri e del popolo nel lager a cielo aperto di Gaza!
CONTRO LO STATO FASCISTA, RAZZISTA E COLONIALISTA DI ISRAELE!
PER UNA PALESTINA UNITA, LIBERA E ROSSA!
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I MASSACRI A GAZA UCCIDONO OLTRE 313
PERSONE!
ORA È TEMPO DI UNITÀ E RESISTENZA
28/12/08
Più di 313 persone
sono state uccise e 1400 ferite nel criminale massacro commesso dagli occupanti
sionisti il 27 dicembre 2008 contro la popolazione palestinese di Gaza. Gli
occupanti hanno sparato decine di missili dagli elicotteri Apache e dagli F-16
verso parecchi edifici del governo di Gaza, direttamente in mezzo a quartieri
densamente abitati, mentre molti insegnanti e studenti tornavano da scuola. Le
proteste sono scoppiate lungo l’intera West Bank e nel mondo arabo in lotta, e
per la brutalità di questi crimini di massa è nato ovunque un sentimento di
sdegno.
Il Fronte Popolare
per la Liberazione della Palestina si è appellato alla più forte resistenza,
per rispondere ai massacri contro la nostra gente, per invocare l’immediata
unità nazionale del popolo Palestinese, per ricevere l’occupante con decisione
a dispetto dei suoi crimini brutali. Il comunicato del FPLP ha fatto appello a
tutte le forze di resistenza, perché si unissero subito e si coordinassero per
affrontare la provocazione di questi attacchi contro la nostra gente.
Il FPLP ha
addossato agli Stati Uniti la responsabilità degli attacchi, in quanto alleati
strategici degli occupanti, poiché lavorano da sempre insieme nel massacro del
popolo Palestinese, perché forniscono le armi usate dagli occupanti contro la
nostra gente. Il comunicato ha poi anche fatto emergere la complicità dei
regimi arabi in questi crimini, in particolare del regime egiziano, che
partecipa attivamente nel blocco e nell’assedio della popolazione Palestinese,
concertando con l’occupante i suoi piani su Gaza. Questi massacri si stanno
svolgendo anche a causa del silenzio e della complicità araba e internazionale.
Il FPLP ha fatto
appello alla fine immediata di tutte le trattative con il brutale occupante e
ha affermato che se queste non cesseranno immediatamente, Abu Mazen si deve
dimettere. La natura del nemico Sionista e la sua dedizione alla decimazione
del popolo palestinese si palesa anche in questa serie di attacchi, calcolati
per causare i massimi danni materiali e umani. Negli ultimi 60 anni c’è stata
una storia ininterrotta di crimini contro la nostra gente e questa non è che
l’ulteriore espressione della natura dello stato coloniale illegittimo che si è
impiantato nel territorio palestinese e che continua a vivere con il sostegno
statunitense.
Il comunicato
termina con un appello a tutti i combattenti e i soldati, invitandoli a
resistere con forza all’occupazione e ai suoi massacri attraverso tutti i
metodi e le forme di azione, facendo appello alla solidarietà più forte fra gli
arabi e a livello internazionale, invita la gente a scendere per le strade, a
manifestare, marciare e a dichiarare che questi crimini sono inaccettabili, che
gli arabi e il mondo sono con la Palestina e il popolo palestinese, e che non
permetteranno che questi crimini continuino né permetteranno ai regimi arabi e
internazionali di essere complici silenziosi o di essere attivamente coinvolti
nell’occupazione.
con risolutezza, forza, unità e resistenza e tutti i crimini, i massacri, i
bersagli civili, come i quartieri residenziali, gli studenti e gli insegnanti,
non freneranno la resistenza del nostro popolo; di fronte alla brutalità che
rende chiara la vera faccia dell’occupante al mondo intero i palestinesi
sapranno essere uniti!
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La
compagna Leila Khaled: l’Autorità Palestinese è responsabile dei crimini contro
il compagno Sa’adat
La
compagna Leila Khaled, membro dell’FPLP, ha confermato i suoi saluti e il suo
orgoglio per il compagno Ahmad Sa’dat, il leader del Fronte, per la sua
posizione eroica e il suo rifiuto di riconoscere il tribunale illegittimo
durante la sentenza illegale che si è svolta il 25 dicembre 2008.
In
un’intervista con il canale satellitare Al-Quds, la compagna Khaled ha
dichiarato che il processo del compagno Sa’dat è un processo al movimento
nazionale palestinese come rappresentato dal Segretario Generale del Fronte
Popolare e dalla lotta delle masse del nostro popolo.
La
compagna Khaled ha ritenuto l’Autorità Palestinese responsabile per il governo
ingiusto, sottolineando che è stata l’Autorità che ha tenuto Sa’dat nella
Guantanamo palestinese, la prigione di Gerico, per quattro anni e che l’autorità
ha accettato la sua detenzione come parte di una cooperazione per la sicurezza
e che la prigione dalla quale fu rapito era controllata dalle forze di
sicurezza del PA.
La
compagna Khaled si è complimentata con tutti i prigionieri delle carceri
occupate e ha notato che le prigioni sono piene di attivisti e combattenti che
lottano per il loro popolo e contro l’occupazione. Khaled ha chiesto la fine delle trattative
distruttive e futili tra l’autorità Palestinese e Israele, specificando che il
rilascio dei prigioni non avverrà pregando l’occupante in ginocchio.
Ha
affermato che il compito urgente per il popolo palestinese è di costruire
l’unità nazionale basato sulla resistenza all’occupazione e di sostenere i suoi
principi, precisando che la vittoria non può essere raggiunta senza unità. I
leaders palestinesi in prigione, ha notato, compreso il compagno Sa’dat, il Dr.Aiziz
Dweik e Marwan Barghouthu, continuano a fare appello all’unità nazionale.
Leila
Khaled ha concluso dicendo che la nostra gente non ha scelta se non il percorso
della resistenza e che fin quando c’è l’occupazione, ci sarà resistenza che non
sarà nascosta sotto la maschera delle trattative o della calma.