19 Maggio – Torino: abbiamo appena iniziato!
20 Maggio 2009
Ieri Torino, che ospitava il G8 University Summit, ha visto attraversare le proprie strade da un corteo di circa 10.000 studenti e studentesse. In tantissimi pronti, ancora una volta, a ribadire il proprio "no" ad organi come il G8, pronti a manifestare scandendo netti i propri slogan e pronti a dimostrare che non si fermeranno quando, davanti al Valentino (sede della Facoltà di Architettura), hanno provato a forzare il blocco imponente delle forze dell’ordine che presidiava quel castello in cui pochi stavano discutendo del futuro di milioni di futuri lavoratori e oggi studenti.
di seguito il volantino distribuito al corteo
TEMPI DI CRISI, TEMPI DI LOTTA… TANTI SENTIERI UN’UNICA GUERRA!
Questo
maggio 2009 è caldo, molto. Ma a Torino ancor di più. In pochi giorni
occupano le strade e tornano visibili i soggetti che da mesi stanno
pagando questa crisi. Sabato il corteo degli operai FIAT: 15.000
persone a gridare la propria rabbia da Mirafiori al Lingotto. Da
domenica, invece, attraversano le strade migliaia di studenti
determinati a bloccare il G8 Università.
maggio 2009 è caldo, molto. Ma a Torino ancor di più. In pochi giorni
occupano le strade e tornano visibili i soggetti che da mesi stanno
pagando questa crisi. Sabato il corteo degli operai FIAT: 15.000
persone a gridare la propria rabbia da Mirafiori al Lingotto. Da
domenica, invece, attraversano le strade migliaia di studenti
determinati a bloccare il G8 Università.
Al
di là dei volti, le due proteste sono più legate di quanto possa
sembrare. Da un lato c’è chi già in cassa integrazione, rischia di
perdere il proprio posto di
lavoro, dopo aver lavorato duro per i profitti di Marchionne&co.
Lavoratori emblematici di tante altre realtà produttive, di una
condizione condivisa dai lavoratori italiani, fra i peggio retribuiti
d’Europa, presi in giro, ricattati e oppressi in fabbrica e fuori.
Dall’altro lato gli studenti, costretti a lavori precari e mal
retribuiti per un pezzo di carta che presto scopriranno inutile, e che
pagheranno con tasse altissime, saltando da una casa all’altra,
racimolando crediti, passando per stage umilianti e percorsi
disciplinanti…
di là dei volti, le due proteste sono più legate di quanto possa
sembrare. Da un lato c’è chi già in cassa integrazione, rischia di
perdere il proprio posto di
lavoro, dopo aver lavorato duro per i profitti di Marchionne&co.
Lavoratori emblematici di tante altre realtà produttive, di una
condizione condivisa dai lavoratori italiani, fra i peggio retribuiti
d’Europa, presi in giro, ricattati e oppressi in fabbrica e fuori.
Dall’altro lato gli studenti, costretti a lavori precari e mal
retribuiti per un pezzo di carta che presto scopriranno inutile, e che
pagheranno con tasse altissime, saltando da una casa all’altra,
racimolando crediti, passando per stage umilianti e percorsi
disciplinanti…
In entrambi i casi si vede come la crisi a qualcuno convenga: a
chi ne approfitta per acquistare società grazie ai sussidi statali, per
tagliare spese sociali, per dare sfogo ai bassi istinti razzisti e
reazionari. A chi la utilizza per “riformare” tutta la società secondo le logiche di profitto che da sempre regolano i dispositivi del capitale… In questo contesto, la risposta dei padroni e delle istituzioni è sempre la stessa: criminalizzazione e repressione. Diretta,
quando si tratta di caricare e di processare. Preventiva: quando si
tratta di dipingere come “teppisti” i soggetti più determinati e non
venduti a logiche elettorali…
chi ne approfitta per acquistare società grazie ai sussidi statali, per
tagliare spese sociali, per dare sfogo ai bassi istinti razzisti e
reazionari. A chi la utilizza per “riformare” tutta la società secondo le logiche di profitto che da sempre regolano i dispositivi del capitale… In questo contesto, la risposta dei padroni e delle istituzioni è sempre la stessa: criminalizzazione e repressione. Diretta,
quando si tratta di caricare e di processare. Preventiva: quando si
tratta di dipingere come “teppisti” i soggetti più determinati e non
venduti a logiche elettorali…
Ma
se da giorni siamo qui a bloccare la città è perché non vogliamo che a
subire ancora siano le classi subalterne, perché abbiamo capito che in tempi di crisi l’unica risposta è l’unità delle lotte. Perché da tanti sentieri si scende a valle per un’unica guerra: quella allo sfruttamento!
se da giorni siamo qui a bloccare la città è perché non vogliamo che a
subire ancora siano le classi subalterne, perché abbiamo capito che in tempi di crisi l’unica risposta è l’unità delle lotte. Perché da tanti sentieri si scende a valle per un’unica guerra: quella allo sfruttamento!
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