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Migranti e… un pò di sana (contro)informazione

26 Febbraio 2010

MIGRANTI E POPOLAZIONE ITALIANA
(fonti: Istat, Rapporto Caritas 2008)

La maggior parte degli italiani pensa che i migranti siano il 23% della popolazione, che quindi gli stranieri presenti in Italia siano quasi quattro volte quelli effettivi.
I media ingigantiscono il fenomeno per terrorizzare i votanti, e soffiare sul fuoco del nazionalismo. Ma rispetto alla popolazione residente, la presenza dei migranti si situa al 6,5%: una percentuale di parecchio inferiore a tutti i paesi dell’Europa Occidentale (l’Europa a 15 vede infatti l’8,9% della sua popolazione composta da migranti, senza contare che molti dei suoi cittadini hanno origini extraeuropee)…
Al 1° gennaio 2009 gli immigrati in Italia sono 4,8 milioni, di cui solo 420mila “irregolari” – ed “irregolari” per le nostre leggi discriminatorie! Numerosi migranti iniziano da “regolari” la loro storia, e finiscono nell’irregolarità a causa della complessità e contraddittorietà delle norme: perché perdono il lavoro, perché il permesso di soggiorno non è rinnovato, perché la cittadinanza non è mai concessa… Insomma, non si è “clandestini”: ti ci fa diventare chi governa!
 

(fonti: Istat, rapporto Naga 2009)
 
Il razzismo è anche un prodotto dell’odio di classe. Per il 72% gli occupati stranieri svolgono lavori manuali e poco specializzati: braccianti, operai, badanti, artigiani…
E questo nonostante abbiano quasi sempre un’istruzione uguale o superiore alla media agli italiani (anche fra gli “irregolari” il 10% ha una laurea – contro il 12% della popolazione italiana)… I migranti sono i primi a pagare i costi della crisi (fra il 2008 e il 2009 c’è stato un incremento della disoccupazione di 200 mila unità), e li pagano doppiamente: perdendo il lavoro ed il permesso di soggiorno, senza neanche quelle scarse tutele, peraltro quasi tutte di tipo familiare, a disposizione degli italiani.
Ciononostante nel 2007 il contributo degli stranieri al PIL è stato il 9,1% (e questo senza contare i milioni tirati su dagli schiavisti e dai criminali che li sfruttano). Considerato che rappresentano il 5,8% della popolazione, il contributo al PIL nazionale di uno straniero è sostanzialmente più alto di quello di un italiano. I migranti sostengono anche il nostro sistema previdenziale: tengono alto il rapporto tra lavoratori e pensionati con la loro contribuzione all’Inps. L’istituto è in attivo solo grazie ai loro contributi! 

MIGRANTI E CRIMINALITÀ
(fonti: Istat, Ministero dell’Interno, Banca d’Italia)

Non esiste un aumento del tasso di criminalità legato all’immigrazione! Il tasso di criminalità tra stranieri, cioè il numero dei reati ascritti a stranieri sul totale della popolazione straniera, non è dissimile da quello degli italiani: questi fanno segnare lo 0,7%, mentre gli stranieri sono al 2%. E questo nonostante il fatto che la popolazione straniera, per la sua condizione di disagio, sia più esposta dei cittadini italiani a commettere alcuni tipi di reati.
I reati che vengono commessi dagli stranieri sono generalmente connessi alle loro condizioni di vita e alla condizione imposta di “clandestinità”. Mentre non sono praticamente mai colpevoli di reati “pesanti” come rapine, truffe, evasioni, organizzazione a delinquere, corruzione, ecc., sono quasi sempre accusati di piccoli reati (come i borseggi). Ben il 30% delle denunce, poi, è dovuto alla trasgressione delle norme sull’immigrazione, false dichiarazioni d’identità, resistenza a pubblico ufficiale…
Ciononostante i detenuti stranieri costituiscono il 37,4% del totale (l’incidenza è particolarmente forte nel Nord, dove la percentuale si attesta sopra il 50%). Agli stranieri, in ragione del loro (non) status sociale, le forme alternative alla detenzione non sono applicate. Eppure è arcinoto che la mancata concessione di queste misure influisce negativamente sui comportamenti recidivanti dei condannati!
In ogni caso i flussi migratori non hanno insomma aumentato i pericoli per la popolazione italiana: il numero dei permessi di soggiorno nel periodo 1990-2003 si è quintuplicato, mentre la criminalità ha mostrato una lieve flessione. Dal 2001 al 2005 le denunce a carico di stranieri sono leggermente aumentate (passando da 513mila a 550mila) ma bisogna considerare che la popolazione straniera regolare è, allo stesso tempo, raddoppiata e che nel dato si tiene conto degli stranieri senza permesso di soggiorno. Persino la Banca d’Italia in suo rapporto ha dovuto constatare che: «non c’è stato un aumento diretto della criminalità in seguito alle ondate di immigrazione in nessuno dei reati presi in considerazione (reati contro la persona, contro il patrimonio e traffico di droga)». 
 
(fonti: Agenzia delle Entrate, Banca d’Italia, Rapporto Caritas 2008)

A differenza di tantissimi italiani (soprattutto di quelli ricchi e straricchi), e nonostante le loro difficoltà economiche, i migranti pagano le tasse! Nel 2004 l’Agenzia delle entrate ha reso noti i dati che si riferiscono alle dichiarazioni dei redditi: l’81% degli stranieri era in regola.
Dal 2004 al 2008 l’apporto dei migranti al gettito è passato da 1,87 miliardi a 3,2 miliardi di euro. Gli stranieri contribuiscono più di quanto percepiscano: non solo sono diventati la risorsa del sistema previdenziale, ma, secondo i dati del 2005, per interventi diretti rivolti specificamente a loro sono stati spesi dai comuni italiani solo 136,7 milioni di euro, il 2,4% della loro spesa sociale, pari a 53,9 € pro capite! Altri studi confermano che ai migranti va solo il 2,5% di tutte le spese d’istruzione, pensione, sanità e sostegno al reddito, ovvero nemmeno la metà di quello che assicurano in termini di gettito!
Non solo: lo Stato italiano ha riempito le sue casse con le sanatorie! La regolarizzazione del 2009 ha fruttato ben 154 milioni di euro in contributi arretrati e marche, e nel periodo 2010-2012 farà entrare nelle casse dell’Inps 1,3 miliardi di euro supplementari… 

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